lunedì 30 novembre 2020

Federico Pinzetta, "Il travestire dei geli", RPlibri


Nel rileggere i versi di questa raccolta, dal titolo originale e spiazzante, mi sorprende la laconicità con la quale il giovane autore, Federico Pinzetta, riesce a sintetizzare i concetti e le riflessioni sull’esistenza, sulla vita, sui rapporti con gli altri e in special modo con coloro che ama, in un modo davvero efficace, anche dal punto di vista stilistico e formale. Laconicità che non è semplificazione o scarnificazione del dettato, bensì al contrario, è potenziale profondo e denso di enunciati e di idee che sottintendono, alludono, allargano ad orizzonti di significati più ampi. Come ad esempio proprio nei primi versi della raccolta, che dicono così: “Una casa in mezzo a un giardino, / le tegole lucenti sotto la luna, / la luna”: quasi un sillogismo, un concetto che ne richiama un altro, fino ad estendere la visione ad uno scenario universale.

Si tratta dunque, a mio giudizio, di una poesia davvero essenziale, dove non c’è posto per fuorvianti giri di parole, ma in cui proprio da questa perentorietà scaturisce fatalmente e sorprendentemente tutto un mondo altro, custodito e misurato sapientemente nel cuore dei versi del nostro ottimo autore.

Lasciamo ora ai nostri amici la possibilità, se lo vorranno, di aggiungere altri graditi commenti, dopo aver letto i brani che seguono.


Se tu non fossi
per questi interni mari ruggine
senza verso verrebbero
navi e
poesie bianche.


***

Negli occhi chiusi di mia madre
riconobbi il sonno del mondo,
poteva essere ognuno,
all’eternità di una memoria
sopravviveva un tramonto
dopo l’altro.
Di nuovo le foglie respirano
non sapendo di nascere
ancora.


***

Nel giro di boa delle mattonelle
sospirano le miserie,
in confronto allo stare
arboreo delle leggende
la botta del supermercato
spalmato sul cemento
raccoglie il ridicolo.
A volte è piangere un pilastro
per il gelsomino o
sputare se stessi.
Nel loro preciso essere nulla
i geli travestono.


***

Aprire le porte,
verso ogni dove spalancate
arie di sensualità odorano
nei miei capelli, le bave della notte
e aldilà di ogni ebbrezza
quella della carne cola
viscidamente dalle serrature, sebbene aperte
non ne arriva mai abbastanza
da entrambi i tropici, a vela
o a nuoto in ogni sogno essi
mi avvengono inesorabili
a seppellirmi in fosse di pelle.


***

Non si può cogliere la pioggia
la vita di questa cosa che cade
è solo nel momento in cui cade
che la goccia è goccia
intanto che è nell’aria.

Federico Pinzetta, Il travestire dei geli, RPlibri, 2020, prefazione di Antonio Bux

Federico Pinzetta è nato a Mantova nel 1996 e studia Filosofia a Verona. Collabora con la rivista di filosofi a “Sovrapposizioni”. Il travestire dei geli è la sua prima pubblicazione.


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