Già nel dicembre dello scorso anno ospitammo in questa rubrica il poeta anconetano Matteo Piergigli. La sua è una poesia molto diretta, strutturata in brani autonomi ma evidentemente consecutivi, legati uno all'altro. Volentieri lo riproponiamo con questo suo "Oggetto di culto"
oggetto di culto
lo sguardo sbatte
su blocchi di cemento
ha bisogno di baci
il noi non esistito
sento il bum bum
del cuore amo
la polvere che sei
*
conservo un pezzo
di te sotto il pavimento
un destino ancora
le nostre giornate
di terra
*
l’oggetto di culto
se potesse ci divorerebbe
ne prendiamo
ne mangiamo ognuno
il suo
*
non sono morta
c’è ancora vita
in una parte di te
continuo a vivere
il sole blu
le nuvole arancioni
*
il vento accompagna
la notte spruzzata di stelle
mai è un tempo lungo
per cuori di zolla
ognuno ha il suo cimitero
abbandonato