Ecco dunque che anche la generosa e valente poetessa Rosaria Di Donato, non sottraendosi a questa sensibilità nei confronti di una umanità particolarmente martoriata e afflitta dall’ondata di contagio, canta il suo amore e la sua intima dedizione fraterna alla natura e al mondo. Lo fa con “Preghiera in gennaio”, edita dall’ottima Macabor di Bonifacio Vincenzi; ma attenzione, il suo non è un canto espiatorio né supplichevole nei confronti di un dio-natura che ha voluto colpirci, bensì è una preghiera intima di ricerca, di approfondimento, di riflessione, sullo stato umano, proprio e di quello degli altri suoi simili, indotti dalla consapevolezza della precarietà della vita e della quotidianità a volte troppo superficiale che ciascuno di noi conduce. Bisogna in qualche modo soffermarsi su alcuni importanti punti che toccano direttamente la spiritualità intrinseca che comunque abita in noi, bisogna trovare il contatto, il filo conduttore, l’apertura verso quella dimensione. Rosaria Di Donato lo fa con estrema delicatezza, ma in modo schietto e appassionato, affidandosi spesso alla nomenclatura religiosa cattolica e biblica, ponendosi a volte come ponte di passaggio tra la trascendenza spirituale e la materialità della realtà ordinaria: "Ah se dato mi fosse / d’incontrare i santi / mi aggrapperei / alle loro mani / e stringendole forte / lascerei cadere / sulla terra".
Questa sorta di intermediazione tra la purezza trascendentale del mondo spirituale e la materialità dell’esistenza, è in fondo caratteristica più o meno evidente in molti creativi, sia nell'arte in generale, sia in poesia. Ma qui, in Preghiera in gennaio, la determinazione e la forza dei versi accentuano il senso di legame tra cielo e terra nella nostra umanità. Un canto, una preghiera che si pone metaforicamente a gennaio, cioè all’inizio dell’anno, come a voler indicare un inizio, un nuovo principio delle cose e dei sensi, confortato dalla certezza delle riflessioni che la stessa Autrice pone al termine del libro: "Torno all’amore dei poeti perchè imperituro, eterno, simile a quello divino"
Il libro è impreziosito da una prefazione di Marzia Alunni e da una postfazione di Lucianna Argentino. Proponiamo qui di seguito alcuni brani, aspettando ulteriori graditi commenti dagli amici lettori che ci seguono.
lockdown
dal chiuso delle nostre case
abbiamo visto bare portate via
dai camion militari lungo
strade vuote attraversate
solo dal vento
troppi morti se ne sono andati
senza commiato
forti e invincibili mascherati
e illusi onnipotenti in balìa
di un virus ci riscopriamo fragili
nudi di fronte alla morte
per asfissia
naufraghi e soli
nel vortice della malattia
d’improvviso il silenzio
città deserte motori spenti
niente più voli né treni
solo l’uscio di casa a segnare
il confine tra dentro e fuori
tra mondo vivibile e inferno
tra spazio protetto e contagio
come immaginare il futuro
fatto di incontri senza abbracci
distanze invalicabili
sorrisi coperti da mascherine
mani guantate oppure
spalmate di gel disinfettante
mani che non si sfioreranno mai
***
germinazione
ah se dato mi fosse
d’incontrare i santi
mi aggrapperei
alle loro mani
e stringendole forte
lascerei cadere
sulla terra
quella luce
che sola trapassa
il corpo
e poi in gocce
di calore
ricade
diffondendo amore
terra promessa
iridati pensieri
duraturi orizzonti
il bene
***
quanto errasti
maddalena
audace maddalena
sciogliesti i tuoi capelli
a carezzarmi i piedi
mai seta fu più fine
e profumata
mai lacrime più calde
fruscio d’oriente
quasi geisha
soave fu il perdono
che scivolò nel cuore
che ti (nacque) dentro
a ri-trovare il mare di spuma
e sale (sole) di onde a contenere
i giorni a scan-dire il passo
rinnovato del tuo andare
alla sequela ormai
del redentore
ché quelli che si perdono
trovano dio
***
ruth
da velo nero di precoce vedovanza
avvolto il corpo custodisce pensieri
germogli di spighe nuove al sole
ondeggianti lungo corsi d’acqua
in questo deserto che fare senza
più legami sola nell’oblio dei giorni
muti scanditi da silenzio assordante
cerbiatta inchiodata al vuoto esistere
un vortice un’idea di grazia m’inebria
ecco già l’orizzonte compare altrove
in terra straniera coltiva il futuro
lontano da qui nel paese di abramo
che patria non è dove nasciamo l’approdo
piuttosto a un vivere giusto naomi verrò
con te la legge del tuo popolo sarà la mia
il dio dei patriarchi provvederà
***
il padre-il figlio
ti chiama il padre
e tu rispondi abbà
non riesco a farcela
troppo pesante
vivere morire
amare sopportare
piangere lottare
dov’è la festa
che sognavo
il mondo
in cui credevo
la vita
che aspettavo
io chi sono
dove sto andando
a chi appartengo
è un sogno-finzione
oppure è vero
il nulla impera
il mondo è vano
sono solo
no tu sei con me
risponde il padre
sempre ti ho avuto
in grembo
all’alba dei giorni
ti ho pensato
di Spirito nutrito
non temere il buio
non prevarrà
***
autoritratto
rosaria azzurra marina
se non fosse il ceruleo
che dagli occhi traspare
nessuno vedrebbe l’oceano
interiore metafisica luce
che all’onda consente
il divenire
Brani tratti da:
Rosaria Di Donato, Preghiera in gennaio, Macabor Ediz.,
2021; prefazione di Marzia Alunni, postfazione di Lucianna Argentino.
Rosaria Di Donato è nata a Roma dove vive. Laureata in filosofia (quadriennale e specialistica), insegna in un liceo classico statale. Ha pubblicato quattro raccolte di poesia: Immagini, Ed. Le Petit Moineau, Roma 1991; Sensazioni Cosmiche, Ed. Le Petit Moineau, Roma, 1993; Frequenze D’Arcobaleno, Ed. Pomezia-Notizie, Roma 1999; Lustrante D’Acqua, Ed. Genesi, Torino 2008. Ha partecipato all’antologia Nuovi Salmi, a cura di Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino, Ed. I Quaderni di CNTN, Palermo 2012. Alcuni suoi testi sono presenti in Voci dai Murazzi 2013, antologia poetica a cura di Sandro Gros Pietro, Ed. Genesi, Torino 2013. Ha partecipato con il gruppo “Poeti per Don Tonino Bello” alla realizzazione di Un sandalo per Rut Oratorio per l’oggi, Ed. Accademia di Terra D’Otranto - Collana Neobar, 2014.
È presente nell’antologia I poeti e la crisi, a cura di
Giovanni Dino, Fondazione Thule Cultura, Bagheria 2015.
Ha pubblicato l’ebook Preghiera in gennaio nella collana Neobar/eBooks, nel 2017. Ha partecipato all’eBook n. 217: Proust N. 7 - Il profumo del tempo, di Aa. Vv. (LaRecherche.it - Un accordo di essenze). Ha partecipato all’antologia Ho sete, l’Arte si fa Parola”, a cura di Maria Pompea Carrabba e Ella Clafiria Grimaldi, Ed. SarpiArte 2020. Collabora a riviste di varia cultura e i suoi volumi si sono affermati sia in Italia che all’estero, con giudizi critici di Giorgio Barberi Squarotti, per esempio, e traduzioni di Paul Courget e Claude Le Roy (riviste “Annales” e “Noreal”). Vincitrice di alcuni premi di poesia, si interessa di arte, cinema, fotografia. Dal 2016 cura un laboratorio di scrittura creativa nel Liceo in cui insegna. Premio DonnArte 2020 (Il tempo delle Donne – Associazione internazionale).