È straordinario come i poeti, nel produrre e
pubblicare una loro raccolta, riescano molto spesso a indovinarne il titolo.
Nel senso che il titolo è senz'altro l'indizio principale, una sorta di
passepartout, che aiuta il lettore a situare tutta la costruzione, l'idea, il
progetto poetico dell'autore in un determinato ambito significativo. Una
sintesi essenziale, dunque, che forse soltanto i poeti più "profondi"
e impegnati hanno. Non è da meno sicuramente Sergio Carlacchiani, che sorprende
tutti con questo titolo che è tutto un fitto programma, è il caso di dire:
"Indiscrezioni dal fortilizio", edito recentemente da RPlibri di Rita
Pacilio.
Dicevo sorprende, in quanto Sergio Carlacchiani non è
affatto un nome nuovo nella poesia: artista poliedrico di grande talento, attore, performer, lo
abbiamo ascoltato tantissime volte recitare alla perfezione poesie di grandi
autori e di autori meno noti, con quel suo timbro dolce-grave, da attore
esperto e consapevole della sua maestria e professionalità. Quindi, è certo che
il nostro Sergio sappia che la poesia, quella sua come quella degli altri, va
trattata con delicatezza e rispetto, va interiorizzata nel proprio spirito o
anima o cuore che dir si voglia, cioè con la consapevolezza che si sta
trattando un insieme di parole, di pause, di sfumature, di echi, che complessivamente ri-costruiscono una forte verità emotiva, un senso nuovo da dare a ciò che si
avverte normalmente nella fretta del vivere quotidiano. Sergio Carlacchiani ne
è doppiamente consapevole perché oltre ad essere poeta produttore di versi, è
poeta nell'interpretare i versi degli altri, nel tradurli, nel commentarli, nel
fotografarli e nel dipingerli.
Ma è poeta soprattutto per se stesso, quando esplode, ma in
modo controllato e coerente, nella sua arte complessiva, integrando
perfettamente le parole con le immagini e con i suoni della sua stessa voce,
forze creative innate nella sua spiccata personalità d'artista completo.
Dal "fortilizio" egli osserva attentamente il
mondo e l'umanità. Non è un trincerarsi velleitario e asettico dietro una
metafora di paravento per uscirne con anatemi e frasi fatte sulla disgregazione
del mondo, ma è un effettivo contaminarsi e integrarsi con la realtà esteriore, pur tentando
di schermarsi all'interno di un presidio ritenuto, almeno in certi momenti,
punto di base per riflettere con serenità.
E il tutto può riassumersi nel titolo del primo brano che ho
scelto per questa discussione sulla poesia del nostro Sergio: "Siamo
poesia matasse di nuvole da disbrogliare". Ahimé!, compito assai arduo, per
il poeta e per noi tutti, che cerchiamo una realtà facile e diritta, sfrondata
da tutte le inutili e deleterie sovrastrutture, pregiudizi, distorsioni e
negatività con le quali di solito ci accompagna lungo la vita.
Sergio Carlacchiani utilizza ogni canone creativo per
esprimere questa realtà sfrangiata o addirittura distopica: versi, immagini,
suoni sottintesi. La parola all'interno del verso si autosostiene, slegata
eppure tassello indispensabile di un mosaico più grande e percepibile con
attenta lettura. Poesie libere, come libero è l'afflato che le collega tutte
verso un mondo dove regni una maggiore schiettezza e semplicità di sentimenti e
di rapporti umani. Una poesia che diventa a volte discorsiva, propositiva,
indicatrice, ma mai dichiarativa: sempre coerente con la linea del disordine
esistenziale contingente, pur denunciandone la complessità e la pericolisità.
E in effetti, le sue sono solo "indiscrezioni",
con le quali, umilmente ma con grande sagacia poetica, il nostro Sergio
Carlacchiani, dal suo "fortilizio", riesce a indicarci una possibile
redenzione.
Lasciamo ora ai nostri cari lettori la possibilità di
aggiungere ulteriori gradite riflessioni, dopo avere letto i brani seguenti,
tratti da "Indiscrezioni dal fortilizio", di Sergio Carlacchiani.
Testi tratti da "Indiscrezioni dal fortilizio", di Sergio Carlacchiani, RPlibri, 2020
Siamo poesia matasse
di nuvole da disbrogliare
Anime belle siamo fantasia incontri casuali velati di
malinconia
ottime scelte marionette senza fili preghiere diventate
musica
conforto che l’esistenza propone nello smarrimento quando
il tempo è sospeso tenuto vivo dalla parola indefinibile
salvata
dal manicomiale chiacchiericcio anestetizzante d’un pedante
niente borghese che tutto vuole inghiottire siamo strani
ritratti
scontornati dal vento parliamo ai silenzi di tesori chiusi
dentro
imperscrutabili solitudini siamo come voli sospesi leggeri
sacri
chiamati dalla bellezza al sacrificio di schiudere ostili
oscurità
colme di sofferenza che nell’aldilà accompagnano e resistono
con lo sguardo imperturbabile aperto rivolto a un cielo di
vita
che sbroglia matasse di nuvole per farne poesia a Dio
gradita.
***
Dio fluisce gioioso
M’inoltro in un sentiero di campagna
so di regalarmi un tempo incantato
rapisce una qualsivoglia apparizione
straordinaria ogni volta come dorata
la luce mossa da un vento spensierato
la corsa a perdifiato sopra l’erba viva
mi riporta indietro alla fanciullezza
immutabile carezza come fosse
la prima volta d’un epoca lontana
la vita a volte segue un rimpianto
ti lascia muto a invocare un affetto
in un silenzio che non è solitudine
ma in-canto gioioso respiro vitale
che scorre invisibile inafferrabile
dalla terra all’aria è il benevolo Dio
che ogni rio peccato e colpa sperde
il cielo svaria sulle selvose montagne
le nuvole inseguono scrutano il verde.
Angelico
inconsentibile!
In questa specie di gelido deserto
mi sento un preambolo imbrigliato
libero dal fuoco delle apparenze
incessantemente nello stupore
osservatore umile servo creativo
differenziabile instabile mobile
che si lascia calpestare dal sole
interrogare stravolgere dal caso
accidente metafisico della creazione
essere dal cuore tatuato colorato
una fioriera autentica di sorprese
atto diretto di/segno incomprensibile
dal mero punto di vista umano terreno
persino vocale astrale angelico divino
indicibile inascoltabile inconsentibile!
Il poeta e i suoi
crimini
Non volevi scomparire per sempre
accennasti alla trascendenza agli
spiragli di luce sussurravi piani altri
volevi rovesciare il poetare costituito
hai perduto sconfitto dalle parole vane
hai scommesso su errori troppo facili
c’era un via umile alla comprensione
nella verità della propria autenticità
ora perché poeta le scrivi sconnesse?
Quale recondito speciale significato
cerchi non sarebbe meglio silenziarti?
Adesso non piangere crepuscolare sei
nel reclusorio nessuno ti vede né ti sente
ti sei indebitato hai dilapidato un patrimonio
di versi ti verranno a pignorare tutti i libri
questo ora è pentiti almeno o vergognati
molti avrebbero scommesso sulla tua verità
ormai tutto ciò che scriverai sarà ingiustificabile
l’oscurità ti regalerà quell’intervallo che ti spetta
adesso ricomponiti insignificante non sei più vivo
i giorni dell’abbandono saranno la tua produzione
più interessante nel disagio troverai un anelito vero
d’appartenenza l’ineluttabile decadenza ti divorerà.
***
Scandagli
Mi lascio vivere da ogni crocefissione che appare
affacciato alla finestra d’una libertà senza significato
ferito d’ansia processo l’ingenuità del resistere
il mondo s’è scambiato i vestiti non si appressa
l’ora è perduta irreale nell’infinita sottrazione
l’ombra se ne va sola sciolta da ogni legame
inabissata in una malinconia ormai incorniciata
continuano i malintesi col sonno fuori di ragione
sono come il giorno intrappolato nella notte
seduto al tavolo della cucina attendo gli avanzi
della mattina per fare smunta colazione di luce.
Nato a Macerata nel 1959, Sergio Carlacchiani (pseudonimi: Karl
Esse - Sergio Pitti - sergio e Basta!) è performer, attore, doppiatore, poeta e
pittore. Direttore artistico di varie rassegne teatrali tra cui ricordiamo: “
Poeti e Poesie da Decl/Amare ; “Civitanovapoesia”, Festival Internazionale di
Live Poetry ; “Poesia inVita”, Festival di Poesia Declamata e “Vitavita” Rassegna
Internazionale di Arte Vivente. Si è occupato di poesia lineare, visiva,
concreta, sonora e di mail art. Ha pubblicato nel 1979, “Poesie”, per la
Collana Poeti D’oggi, Gabrielli Editore, Roma; nel 1983, “Quadri di Parole”, a
cura dell’Associazione per le Ricerche sulla Scrittura, Grafi che Cardarelli
& Casarola Editore, Monte San Giusto, Macerata; nel 1987, con lo stesso
Editore ha pubblicato Quadri di parole 2. Dal 2016, dopo un lungo periodo d’inattività
ha ripreso a scrivere e nel 2020 è prevista una nuova pubblicazione di sue
poesie. Si è formato come attore, presso la scuola del Minimo Teatro di
Macerata. Ha seguito diversi corsi di perfezionamento e specializzazione. Ha
conseguito a Roma il diploma d’impostazione e uso della voce e tecnica del doppiaggio
cinematografico, sotto la guida del maestro Renato. La foto “Indiscrezioni dal fortilizio”
è opera di Gianfranco Mancini Cortesi. Da molti anni si occupa di porgere la
poesia in maniera multimediale e spettacolare. Tra i tanti recital tenuti, da
ricordare in assoluto quelli a Recanati, presso il Colle dell’Infi nito, il 29 Giugno
2010, e 2014 in occasione delle Celebrazioni Leopardiane (prima di lui Gassman,
Bene, Albertazzi, Lavia, Giannini, Bucci...) Visto il grande consenso e favore
di pubblico e di critica Casa Leopardi gli ha chiesto d’interpretare, in sala
d’incisione, una selezione di Canti leopardiani. Nel 2011 la Giacomo & Giacomo
SRL li ha poi editati in un cd “O graziosa luna, io mi rammento...” che si
trova in vendita con il fi lm di Martone “il giovane favoloso” nel Museum shop
di Casa Leopardi. Sergio Carlacchiani ha un canale su YouTube, una sorta di
Biblioteca Sonora ad Alta Voce che può contare più di 15.000 sue
interpretazioni, registrate dal vivo o in studio, che danno voce a poeti,
scrittori, fi losofi , dall’origine dell’umanità ad oggi, di tutti i paesi del
mondo. Affatto di secondo piano è la sua attività di pittore. Artista
interdisciplinare, attraversa le ragioni del proprio operare servendosi di
linguaggi, forme e materiali, sempre diversi, aff ermando così la sua identità
come entità complessa e frammentata, secondo i modi di una sorta di eclettismo
che non si preoccupa tanto della “coerenza stilistica”, quanto dell’intimo
legame, ogni volta da inventare e scoprire, tra idea e materia, tra la forma e
la sua ragion d’essere. Numerose sono le sue mostre personali e collettive di
pittura, scultura e poesia, altrettante sono le performances, gli happening e i
vernissages realizzati in diverse città italiane ed estere. Le sue opere, recensite
da quotidiani e riviste specializzate, sono state esposte in tutto il mondo e
sono presenti in alcuni tra i musei, gallerie, biblioteche ed istituti tra più
importanti d’Italia e d’Europa.