La parola è un miracolo. La parola poetica è un miracolo
ancora più grande. Perché l'uomo se ne va, colui che l'ha pensata e l'ha
scritta se ne va, prima o poi, e di lui resta poco, i ricordi, le cose che
parlano di lui, qualche impronta, forse a volte anche un lieve soffio d'aria
nelle stanze ormai vuote. Ma passa breve tempo e poi anche tutto questo si
perde, evapora, sbiadisce.
A che cosa sarà valso tutto l'affanno del poeta, la sua
ricerca assidua e a volte sfiancante, la sua sofferenza nel voler a tutti i
costi trovare una spiegazione al perché del mondo, al perché dei sentimenti,
fissando tutta questa ricerca sul suo taccuino di poeta? Sarà stata solo un'intima
esigenza creativa per non essere sopraffatto dall'inspiegabilità razionale
della vita e del creato? Dopo la morte del poeta, chi erediterà le sue
ricerche? Chi troverà qualcosa di interessante nel suo quaderno, qualcosa di
utile per proseguire le ricerche?...
Anche l'opera del poeta, spesso, si inabissa con lui, con la
sua fine terrena. Parlo naturalmente dei "comuni mortali poeti",
perché grazie a Dio di quelli "grandi" la storia ne parla ancora (ma
fino a quando?...).
Domenico Luiso, come tanti altri "comuni mortali
poeti", è stato un uomo creativo che ha pensato e scritto tanto, ha fatto
tante ricerche. Non so se sia riuscito a trovare qualcosa di esaurientemente
soddisfacente, credo di no, perché i poeti, i poeti come lui, non si fermano
mai, vanno scavando sempre più in profondità... So per certo, però, che
purtroppo la sua voce, come la voce dei tanti altri "comuni mortali
poeti", andrà affievolendosi a poco a poco, si perderà nel sacco senza
fondo del tempo.
Per questo, forse, bisognerebbe di tanto in tanto
ricordarli. Bisogna ricordare Domenico Luiso, farlo riemergere, tenerlo a
disposizione sulla scrivania, leggere di tanto in tanto le sue poesie, e
rileggerle ancora. Farsi trasportare dalle sue parole, dai suoi versi a volte
aspri, a volte dolci, sognatori, amanti del bello e amanti dell'amore.
Ascoltare ancora le sue parole fatte di nostalgia, di rimpianto, ma anche di
sprone e di speranza.
Lui ha scritto un libro, l'ultimo libro: "Di febbri e
di parole". Il male che lo avvinghiava senza tregua non gli ha permesso di
sentire il suo profumo fresco di stampa, non gli ha dato tempo di gustarlo
rileggendolo e rileggendosi. Lo dobbiamo fare noi. Perché Domenico Luiso, in
ultima analisi, non era un "comune mortale poeta", ma era un poeta grande
e autentico. Amava scherzare, ma quando scriveva, la sua poesia era
terribilmente seria, profonda, solenne.
Non dobbiamo dimenticare Domenico Luiso. Come non dobbiamo
dimenticare gli altri amici poeti che abbiamo conosciuto e che nessuno più
richiama o nomina: la loro poesia è fatta di piume che vengono trasportate
lievemente dal vento, e il vento è il nostro ricordo, il nostro parlarne, il
nostro scriverne: così che le loro parole possano depositarsi nei nostri cuori,
facendo germogliare altri pensieri, altre creazioni, altre poesie.
E quindi non addio, Mimì Luiso! Ma "arrivederci":
la tua poesia è ancora qui, viva e palpitante, come la tua voce con la
divertente cadenza barese. Se facciamo un poco di attenzione, ti sentiremo
sicuramente, come se fossi tu a leggere le tue belle poesie!
Riportiamo qui di seguito alcune sue poesie tratte dal libro "Di febbri e di parole", Bastogi Editore, 2013, prefazione di Armando Saveriano.
Saranno molto graditi i commenti dei lettori.
Se questa vita
Se questa vita è una piuma sospesa
dentro un'ampolla diafana di carne
reclina il capo il fiore germogliato
dell'odio astioso
e ridiventa amore
muore lo scroscio delle tue mani ossute
e ridiventa una carezza triste
stesa con gli occhi chiusi questa vita
annega nebbie pazze di parole
nelle placide acque di un sorriso
non ha ferite e pieghe nei suoi fianchi
riflette il segno del tuo sguardo amico
e nella bocca muta s'agita lo stelo
del balsamo di un bacio che non muore.
***
La sera lenta
La sera lenta ci veniva incontro
coi suoi cespugli d'ombre e di silenzi
e di noi due seduti a una panchina
non furono più vive le parole
un vento grigio oltre lo steccato
già ci annusava e ci lambiva gli orli
e a noi che fummo ardenti di pensieri
si fecero ricordo anche gli occhi
in quella sera ai margini di noi
ebbe sete di nebbie la lumaca
e fummo un rigagnolo sfumato
di noi rimase la beatitudine
di carne e pietre fattisi stupore.
***
Ottobre
Lattiginoso ottobre alle mie labbra
assorto accosto il tuo vetro opaco
e assaporo lenti sorsi di languore
si fa diafano il clangore nella gola
tra le mie mani il tuo velluto grigio
tra queste mani la memoria lieve
d'ogni parola arsa
d'ogni sete
ottobre pigro che m'invadi gli occhi
con il tuo velo sulle cune rotte
(si fermano le larve del pensiero)
ottobre lento
cuore di me stesso
ottobre muto ottobre ignaro ottobre
sulle tue foglie sparso evanescente
torpido ottobre sui miei rami stanchi.
***
Piuma
Piuma che rivaleggi
col cuore arroventato
un segnalibro forse tu sei che scandisci il vento
dei frenetici fogli del mio libro
pagine brune diventate cenere
diafana piuma, incombusto segno,
mosca scacciata che ritorna sempre
piuma che mi scandisci la lettura
volto ogni pagina e mi trascino dietro
pulviscoli di pena e di paura
piuma assurda e incerta
forse mai morta
forse mai nata
nacqui al posto suo
e forse morirò
bruciando i miei occhi tra le sillabe
eterea piuma lieve come l'alba
che istoriava il mio libro
e la credetti un sogno.
***
Sul muro rabberciato
Sul muro rabberciato il sole lento
s'aggruma
in mille scaglie di sale
che non sentono più il vento
se bisbigliava un'ombra tra le pietre
un'immemore notte la raccolse
spegnendola nell'intimo lamento
l'ondivago mio passo si rafferma
in quel momento
di luci e di parole
calcificati senza movimento
e mi confonde il discorso antico
dell'ennesima morte
della morte
ma sono niente le parole
e il filo
che scorre rampicato sulla china
s'impolvera e si perde
ai miei occhi
resta il veleno aspro dell'abbaglio.
Domenico Luiso è nato a Bari il 10 ottobre 1937 ed è morto
il 7 settembre di quest'anno, 2013. Risiedeva con la famiglia a Bitonto, dove
ha sempre svolto una intensa attività letteraria, specialmente negli ultimi
anni, dando il suo fattivo contributo nell'organizzare importanti eventi
culturali ed anche concorsi, come il concorso di poesia e narrativa "Città
di Bitonto". Ha pubblicato diversi libri di poesia; l'ultimo, uscito
postumo, è intitolato "Di febbri e di parole", Edizioni Bastogi,
Foggia, con prefazione di Armando Saveriano.
Domenico Luiso è stato un assiduo partecipante dei concorsi
letterari nazionali, e sempre si è distinto in questi, ottenendo molto spesso
il primo premio ed altri significativi riconoscimenti. Il suo nome è inserito
in numerose antologie e riviste di poesia. E' stato membro di giuria in molti
concorsi letterari di rilevanza nazionale.
Il ricordo degli amici
Caro
Giuseppe,
Mi dai
una tristissima notizia. Anch'io ho avuto modo di conoscere Domenico e di
parlare con lui. E ciò in molte occasioni. Voglio solo ricordare un nostro
incontro a Sant'Anastasia ed un altro a Vecchiano, quando vinse il Premio
"Santa Maria in Castello-Città di Vecchiano". Mi viene in mente la
Sua voce e la Sua simpatia. Hai ragione, Domenico resta pur sempre con
noi, anche se non materialmente. Le Sue parole e la Sua poesia saranno
sempre presenti nei cuori di coloro i quali - ed io sono tra i
tanti - hanno avuto modo di ascoltarla e di apprezzarla.
Giovanni Bottaro.
Mi dispiace molto. Siamo stati insieme ad Udine per un
premio e partecipò diverse volte al nostro Reali. Molto bravo. Ma le parole
restano.
Un caro saluto.
Bruno Bartoletti
Che tristissima notizia! A Mimì mi legano tantissimi ricordi
di vita letteraria e poetica nonché un’amicizia che aveva ed ha il suo credo
nella spensieratezza e nel rispetto reciproco più profondo. Non un addio ti do,
caro Mimì, ma un dolce arrivederci, ricordando il nostro primo incontro a
Modena dove tra il serio e il faceto mi chiedesti: “ma come fai a scrivere
così…”.
Ho scritto di recente una poesia intitolata: “La morte del
poeta” che alcuni conoscono, e che ti dedico dal profondo del mio cuore.
Ciao Mimì, e che ti sia lieve il passare sulla Terra.
Benito. Galilea
La notizia della scomparsa di
Domenico ci rattrista e ci sconvolge. Lo abbiamo visto l’ultima volta a Porto
Recanati l’anno scorso, ma senza Caterina. Ci aveva promesso che sarebbe
tornato la settimana successiva a Montefiore, dove doveva ritirare un primo
premio, ma a quell’appuntamento non si presentò. Lo ricorderemo com’era, sempre
brillante e un po’ guascone, ironico e salace; e certo ricorderemo la sua
poesia, musicale, inquieta, visionaria.
Umberto Vicaretti
Caro Vetromile,
l'ho saputo pure io stamani della morte dell'amico poeta D.
Luiso. Ci siamo ritrovati insieme in tante competizioni di Poesia. La morte
ghermisce senza distinzioni in modo inesorabile. Noi tutti lo piangiamo.
Antonio Coppola
Questa triste notizia mi ha addolorato, benché non conoscessi di persona Domenico Luiso. Ne ho però sempre
apprezzata la bravura poetica e la profonda umanità che pervadeva (e pervade)
le sue liriche. Hai proprio ragione: la nostra materialità si disfa, ma non la
poesia. Se è vera, come quella di Domenico Luiso.
Pasquale Balestriere