martedì 25 ottobre 2011

Gli oggetti poetici di Carmine De Falco in "Diario Climatico 2007"

Ecco dunque dopo una breve sosta la voce di un poeta campano, di Pomigliano d'Arco per la precisione, che sta salendo molto bene l'erta strada del fare e proporre poesia: Carmine De Falco. Conosco personalmente il giovane poeta, per averlo tra l'altro inserito nella recente antologia "Attraverso la città", Editrice Scuderi, Avellino. E di città lui parla ancora, analizzando e selezionando nei minimi termini attimi e figurazioni, stati d'animo e sprazzi di pensieri, il tessuto urbano e le persone: con un linguaggio nuovo, quasi in sordina, quasi osservando dietro la porta, ma preciso e geometrico.
Proponiamo qui di seguito alcuni testi dalla raccolta inedita "Diaro Climatico 2007", chiedendo ai lettori che ci seguono un loro gradito parere.

Da "Diario Climatico 2007" - Raccolta inedita
Nota dell'Autore: “Congeleremo l'inverno” è apparso sulla rivista "Tabard" (Università di Bologna); “Il caglio” è pubblicato nell'antologia "Vicino alle nubi sulla montagna crollata" (Campanotto).


Carmine De Falco (Napoli, 1980) ha pubblicato Italian Day – una giornata italiana di maggio 2008 (Kolibris, 2009), poemetto in quattro parti; la silloge Linkami l'immagine (Fara 2006); ha partecipato a numerose antologie, tra le quali Pro/Testo, a cura di Luca Ariano e Luca Paci, e Nella Borsa del Viandante, a cura di Chiara De Luca (entrambi Fara 2009) e nella recente antologia Attraverso la città, a cura di Giuseppe Vetromile (Scuderi Editrice 2011). Ha scritto l'opera a quattro mani con Luca Ariano “I Resistenti”.

Gli oggetti nei posti sbagliati
silenziosi quando non serve
la gente che non invecchia
e quelli che scoglionano il punk
Ilse si appende alle cose e si
lascia galleggiare, i piedi per aria
e la testa in un mare calmoazzurro
su di un cielo disinnescato, stende
sulle cose la sua giacca, le scarpe
di occhi chiari appena fatti brillare

***

Napoli regala un tiepido sole tout court
modelle slave invadono il mondo
della moda e ne abbattono gli stipendi,
bellezza che redistribuisce
cinica e malevola
per Marlene non si devono avere riguardi
la noia più che altro
se il corpo è il tuo capitale

***

Congeleremo l’inverno un po’ nel freezer,
un po’ nel banco frigo del market
sotto casa, più giù dei pilastri l’inverno
in un agone a luglio col collega che accende
il condizionatore a manetta. Il calorifico a novembre
per lo sfizio di restare in maglietta, a maniche
corte un po’ all’aperto la sera sul balcone
per avere fresco e scaldarci
poi le mani sul metallo del sifone
del viaggio esotico per l’ebbrezza
del tifone atlantico, restare
in guardia penzoloni per lo tsunami
nel Pacifico: scappare in tempo,
con grazia
                  senza far la figuraccia
del fifone.

***

Stampa fotografica
A1 su carta patinata
di 10.000 distinte tinte
d’azzurro non visibili
dall’occhio umano più una
per la didascalia

***

Dicono che a Berlino c’è un locale
con una balconata su una piazza interna [ma non è una balconata
che dà verso la piazza interna
(che non è una piazza interna)], la balconata è un lungo pisciatoio
con canali di scolo, e la piazza è una piscina (che è una piscina)
– dove  la gente fa il bagno – che raccoglie i flutti dai canali di scolo.

***

Il caglio fresco non va ingerito.
Ci respirano addosso, sento,
un fiato che non è mio in aria
che non è dolce. Lasciano fiori
contaminati. Ci beviamo
brucellosi, ritardi, vuoti
legislativi e l’amore dei gatti
di febbraio.
L’oro bianco s’è macchiato

Si cade sull’Appennino Centrale
da fermi, ci si rompe le ossa
a peso morto. Fratture
scomposte, rotture di polsi,
fasce ed ingessature

Le Calle cominciano a sbocciare
in anticipo di due mesi e mezzo
dovrei retrodatare il compleanno?
Siamo nati tutti un po’ prima, qualcuno
non è nato. Ci saranno conseguenze
sul ciclo della nostra pelle?

Ma a Pomigliano era il tempo
della spazzatura accumulata
delle mattine super umide velate
da un leggero e distribuito
strato di fumo, decomposizione
e diossina.
                   La gente non vuole
gli inceneritori per poter incenerire?


***

La nuova era delle mosche

Napoli così sporca m’impregna
di sale marino e spazzatura,
la domanda sospesa è: meglio
i topi o la diossina?
C’è un senso di fine che ci scorre
accanto eccessivo. Ma alla buon’e meglio
lo ignoriamo negli uffici
condizionati, dalle finestre
sul mare che sembra
indifferentemente blu.
Camminare è necessario per non
appiattire il culo sui rientri delle sedie
ergonomiche di uffici e studi
treni e tram pininfarina.
Lo scacci come mosca e ti ritrovi
già nel bus pieno di gente.

Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà