giovedì 20 marzo 2025

La Poesia di Alessia Iuliano in "Dopo la favola"

Disillusione, scoramento, amarezza, sogni infranti?... Certamente no, o almeno non del tutto: piuttosto una consapevolezza matura e liberatoria di una realtà che sarebbe potuta essere, una realtà d’amore e di pienezza, e che invece pare sia quasi scivolata in una dimensione altra, una dimensione parallela non più raggiungibile. È quello che si prova dopo la favola, ed è proprio con la poesia che Alessia Iuliano esprime questi suoi palpiti emotivi, con una modalità intensa e generosa. Dopo la favola, il titolo esplicativo della raccolta, è proprio il nucleo fondamentale del suo dire poetico in questo recente lavoro di indagine sulla complessità sentimentale ed emotiva intima della nostra giovane autrice. E non è un caso che Alessia dedichi proprio alla poesia, alla Poesia (con la “p” maiuscola!), l’intera silloge: alla Poesia, che si avvera sempre. Perché la Poesia non può non portare a dimensioni dove il proprio anelito umano, e sentimentale, possa realizzarsi. Magari non nella contemporaneità e non nella contingenza della propria, e della nostra, storia. Magari sì, dopo la favola: appunto!
E cioè, travalicando ogni sconfitta, ogni disillusione, ma anche ogni ambiguità di sogni e di facili terre d’amore, la poesia ci porta per mano per dirci, e per dirsi, come veramente sarebbe stato bello se… come veramente sarebbe stato luminoso e gratificante il cielo e il mondo, se appena questo amore, ma direi questa natura, questa vita, fosse stata quella in cui veramente mi ritrovavo, mi specchiavo!... “dentro di noi c’è - dice / come una mappa, una carta / geografica del tempo / lì in fondo brilla /acceca, a volte brucia…” dice Alessia, nella sua poesia che apre la raccolta: è quel segreto inconscio desiderio già scritto, impresso nel cuore e nell’anima, mappa del nostro tesoro ancestrale, che ci anima e ci spinge in silenzio a ricercare quello che poteva essere e che non è stato!
Ma seguiamola ora, la nostra cara poetessa, in questi versi così accorati e giudiziosi, ben ritmati, pregni di quell’afflato d’amore e di sentimento per l’uomo e per la vita, per la natura in ogni ambito della sua splendida apparizione, e che alla fine ci porta dolorosamente a meditare, a riflettere, sul verso senso dell’esistenza: “canta il dolore di nascere umano / e ruggisce bellezza quell’unico suono / si accorda al maestrale, domanda / chi sono?”

Dentro di noi

in fondo, in fondo

c’è una fiamma, dice mia mamma.

E dice fuoco e pure acqua

dice radice, chioma folta

e poi brandelli di stelle, uragano

 

dentro di noi c’è - dice

come una mappa, una carta

geografica del tempo

lì in fondo brilla

acceca, a volte brucia

 

e c’è un dolore sottile

per chi la avverte, lo dice

la tocca col dito o tutta la mano

una fiamma tempesta, fiamma soprano

 

canta il dolore di nascere umano

e ruggisce bellezza quell’unico suono

si accorda al maestrale, domanda

chi sono?

 

 ***

 

(dalla sezione "Non saranno le mie poesie d’amore")

 

Non saranno le mie

poesie d’amore

piuttosto di rabbia incendiaria

di visione e pudore

 

sono poesie di febbre

ardore nel nome che non oso

pronunciare, nel segno di non so

quale veggenza, stupore sulla lingua

del mare, l’onda che mangia la spiaggia

la tua bocca di sabbia

mi tocca e non mi tocca, mi scompone

di grazia tutta la faccia

 

 ***

 

(dalla sezione "L’amore da bambina")

 

Qualcosa d’inaudito

un pulviscolo d’anni

negli album di famiglia

il tempo ci guarda

 

occhi che possono tutto

quando non sanno il mondo

e aprono a volare

soltanto con un salto

 

ero lì, luccichio di pupille

nel vapore dell’infanzia

senza lo sforzo di cercarmi

 

 ***

 

Spiegaglielo tu alle pareti

che stretti stretti si sta da soli

anche in due

se non capisci la mia lingua

bagnata e bruci le fotografie

nemmeno liberassero l’anima

che era nostra

 

quanto può essere infelice

questo raccordo di nascite?

 

Ho scelto l’amore cento volte

cento volte ho piantato arcobaleni

negli occhi, con le pietre mi sono scavata

dentro, per che cosa?

 

*** 

 

(dalla sezione "Per i cieli sopra i TIR")

 

Si è incastrato il verso

tra clavicola e trachea

non risale su per la gola

riduce lo spazio

di manovra e in questa vita

 

mi manca l’aria

tutto il vento meridionale

mi manca il mare

il vento e il mare

le onde della sera

 

fosse esatta la parola

come un bacio, viola aurora

 

 ***

 

(dalla sezione "Finché saremo amore")

 

Più in là, verso la riva, la luce dei fuochi

alti, gialli e rossi e tu:

cammina più in là, dove non c’è molta

gente seduta e le urla, gli schiamazzi

insabbiati non rovinano il ricordo, vai

al pelo dell’acqua, attenta!

La schiena, ti prego, diritta

inclina la nuca di lato, accenna

un sorriso, abbassa gli occhi

 

mi compio, rito di gesti, satellite

non so di quale pianeta, ma non sono

la stella, la terra questa notte

è disposta al tuo debutto: sei perfetta

 

servisse a qualcosa, ci rifletto -

avvolgo i capelli dietro l’orecchio, inclino

la nuca di lato, abbasso gli occhi, accetto

tutto, fosse l’ora della sconfitta la bacerei

 

 ***

 

(dalla sezione "Altre terre")

 

Sono questa luce

questa penombra

sono esattamente davanti

a te, nuda davanti a te

per tutti gli anni in cui non hai parlato

per tutti i giorni in cui hai sopportato

l’uragano aprirsi nei miei occhi

come fai a restituirmi la pace?

 

Io non conosco altre terre

che non siano addio e tempesta

tu non conosci altre parole

che non siano ninnilina

princi-pesca, o qualsiasi altra

invenzione pur di chiamarmi

amore

 

Alessia Iuliano, Dopo la favola, CartaCanta 2025. Illustrazione di copertina dell'autrice.

I Passatori < Contrabbando di poesia. Collana diretta da Davide Rondoni

Alessia Iuliano (Termoli, 1995), laureata in Musicoterapia, ha conseguito il diploma professionale in Illustrazione e un master in Educazione della Scrittura a Mano e del Disegno Infantile, attualmente continua la sua formazione in Scienze Pedagogiche. Nel 2016 è stata vincitrice del premio per la poesia inedita “Le Stanze del Tempo” con Non Negare Nessuno (CartaCanta, 2016); ha pubblicato inoltre la silloge poetica Ottobre nei viavai (RPlibri, 2018). Suoi testi sono apparsi in antologie e riviste tra le quali Almanacco dei Poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2017), Come sei bella. Viaggio poetico in Italia (Aliberti Compagnia Editoriale, 2018), Barchette di Carta (Calamaro Edizioni, 2024). Collabora con le riviste online Pangea e clanDestino e ha illustrato per alcuni marchi editoriali tra cui RPlibri, Fuorilinea Editore e Capire Edizioni.

www.alessiaiuliano.it

martedì 11 marzo 2025

Lo "scrigno" poetico di Rosaria Di Donato

In uno scrigno si ripongono gli oggetti più preziosi e più cari, quelli legati ai ricordi più significativi o che hanno avuto in qualche modo una certa importanza nella storia della nostra vita. Sono generalmente cofanetti piccoli, intarsiati o di legno pregiato, tenuti in disparte oppure, al contrario, in bella vista su qualche comò. Piccoli soprammobili che abbellivano i ripiani o le mensole di antiche consolle o etagere, arredamenti tipici delle case dei nostri nonni.
È dunque veramente indovinato, e appropriato, il titolo di questa elegante raccolta poetica, Scrigno, che utilizza non solo l’espressione scritta della parola, ma anche l’immagine, la fotografia, che in simbiosi alla parola poetica, ne esalta il palpito emotivo. Le parole stesse, e le immagini, sono dentro questo Scrigno prezioso, pronte ad essere lette, viste, ascoltate, riflesse, vissute. L’opera letteraria complessiva di Rosaria Di Donato ha raggiunto dunque con questa recente raccolta l’apice espressiva, sia per qualità di contenuti, e sia per modalità di forma, ampliando la sua proposta creativa ad altri generi, proprio nel rispetto dell’universalità del dire e del fare arte e poesia.
Troviamo infatti versi sciolti, naturalmente oltre alle immagini, e poi versi in altre lingue, come lo spagnolo e persino il dialetto romano, con una sezione addirittura di haiku. È come se lo Scrigno di Rosaria Di Donato contenesse varie perle, anelli, pietre preziose, orecchini… L’analogia è intuitiva, laddove è giusto e normale riscontrare nella parola poetica (e in quella di Rosaria certamente!), la preziosità e l’unicità intrinseca di tutto un mondo meraviglioso, mondo che noi umani quotidiani sovente sottovalutiamo se non addirittura ignoriamo!
Al centro dell’opera ci sono le figure intramontabili degli avi, ai quali la nostra poetessa ha dedicato l’intera raccolta, arricchendola, appunto, con alcune foto tratte dal suo prezioso scrigno di ricordi. Ma il riferimento al loro vissuto, genuino e autentico, scevro da quelle ipocrisie e da quelle falsità che sovente la società odierna ci costringe a subire e a tollerare, è anche soprattutto desiderio, volontà di rievocare, di attualizzare in un certo senso, quei valori genuini di un tempo andato, sui quali l’umanità dovrebbe sempre fondare un consesso di pace, di amore, di giustizia.
L’opera di Rosaria Di Donato, anche in questo senso, è un contributo solido e prezioso, al fine di arricchire sempre di più lo “scrigno” della nostra umanità.

Rosaria Di Donato, Scrigno, 2025. Prefazione di Lucianna Argentino, postfazione di Marzia Alunni. Editing, impaginazione e copertina di Valeria Girardi.


(visioni)

 

il fiore di melo 

 

leggeri vorrei giorni 

senza cupi pensieri

senza affanni

un filo di vento

fra le mani

 

sospeso tra il cielo 

e l’orizzonte lo sguardo 

perso nel mondo     

tra le cose belle

 

come fiorito ramo il melo

stupire di fragranza più dolce

al suo profumo schiudersi

intatti ricordi dell’infanzia

 

re-dire in una terra vergine      

ove farfalle-api son pollini

turbinio di sogni      

 

immenso il respiro       

lo sguardo infinito

su bianco destriero 

roteare l’azzurro

 

ri-trovare il tempo

gualcire un ricordo

soffermarsi all’incanto

dal riso baciata la vita  

e la rima suggello 

del nuovo intrecciare

colori nei passi

 

 ***

 

lascito   

 

il quartiere

misurato

con il tuo passo

padre

ora mi è più caro

ogni angolo vivo

nel suono-profumo

di gemme in boccio

 

il tempo intriso

d’attese lo sguardo

che dai muri sorride

nuovo stupore

nei giorni infonde

rinnovata primavera

 

 ***

 

autoritratto

 

sono nata in un angolo di cielo

dove il vento rincorre nuvole

e spazza via la tristezza

 

 ***


(chiaroscuri)

 

nuovo canto

 

è per te

questo nuovo canto

che sgorga dal profondo dell’anima

che piove sopra il mondo

che inonda la città

che copre le cime della montagna

 

perché ti cerco ma non t’incontro

ti chiamo ma non mi ascolti

ti aspetto

 

e allora ti sogno

amore della mia vita  

 

 

*** 

 

escribir

 

escribo

porque no respiro

 

porque no encuentro 

espacio

alrededor de mí

 

para mis sueños

escribo

 

mientras que 

en la página

brotan visiones

 

y mi alma

vive

 

scrivere

 

scrivo perché non respiro

perché non trovo spazio

intorno a me

per i miei sogni

invece nella pagina

si aprono visioni 

e la mia anima

vive

 

 ***

 

(miniature)

 

fiori nel vento

si dissolvono giorni

senza un perché

 

 ***

 

(tracce)

 

scrigno

 

le notti insonni

uno scrigno dischiudo

di lucciole e parole

 

sembrano piccole stelle 

e suoni comparsi 

all’improvviso dal buio

 

volano ballano 

s’attorcigliano

 

come a voler comporre

una canzone in libertà 

 

è la poesia

che uscita dallo scrigno

s’innamora dei sogni

 

culla le anime inquiete

Rosaria Di Donato, è nata a Roma, dove vive. Laureata in filosofia, insegna in un liceo classico statale. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia: Immagini, Ed. Le Petit Moineau, Roma 1991; Sensazioni Cosmiche, Ed. Le Petit Moineau, Roma, 1993; Frequenze D’Arcobaleno, Ed.   Pomezia-Notizie, Roma 1999; Lustrante D’ Acqua, Ed. Genesi, Torino 2008; Preghiera in Gennaio, Ed. Macabor, Francavilla Marittima (CS) 2021. Alcuni suoi testi sono presenti in diversi testi antologici. Collabora a riviste di varia cultura e i suoi volumi si sono affermati sia in Italia che all’estero, con giudizi critici di autorevoli studiosi. Vincitrice di alcuni premi di poesia, si interessa di arte, cinema, fotografia. Dal 2016 ha curato un laboratorio di scrittura creativa nel Liceo in cui insegna poi interrotto a causa del COVID-19. 


Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà