Tornando ai poeti esteri, presentiamo qui una interessante
voce irlandese: Eamonn Lynskey, che ho avuto il grande piacere di conoscere
anni fa, durante una suo viaggio a Napoli. C'è stato con lui, in quest'ultimo
periodo, un fitto scambio di testi poetici e di riflessioni, e l'intesa tra di
noi sul ruolo della poesia in generale e sul suo evolversi, è stata ottima e
proficua, nonostante le difficoltà comunicative di entrambi a causa delle
lingue diverse. Ci siamo rivisti ultimamente, sempre a Napoli, e abbiamo a
lungo discusso sull'eventualità di seguire un progetto comune di interscambio
poetico.
Pubblichiamo qui alcuni suoi testi nella lingua originale,
tratti dall'ultima raccolta "And Suddenly the Sun Again", con
traduzione in italiano eseguita dall'autore ma riveduta in alcuni punti da me.
La sua poesia, come si potrà notare, è una poesia dell'immediato, della
cronaca, del quotidiano, dove spiccano le memorie e i sentimenti, resi con un
linguaggio diretto e personale.Saranno graditi, come sempre, commenti e riflessioni di tutti voi che seguite da tempo questo mio spazio poetico.
New-mown grass
New-mown
grass, and once again my head
is filled
with smells and sunlight and myself
grown small
- Those endless summer afternoons
we built
our houses, fortresses and castles
from the
grass that lay in fresh-cut mounds
in
Islandbridge Memorial Park, my mather
reading
romances to keep her mind away
from bills
and household worries and away
from him
that moment working down the mines
in
Lancashire, and his letter that hadn't come.
Erba appena tagliata, e di nuovo la mia testa
si riempie degli odori, della luce del sole e di me stesso
diventato piccolo - Quei pomeriggi d'estate interminabili
quando noi costruivamo case, fortini e castelli
con l'erba ammucchiata in colline fresche
nel Memorial Park di Islandbridge,
mentre mia madre leggeva romanzi per distrarsi
dalle bollette e dalle ansie di casa, e per non pensare a
lui
che in quel momento lavorava in fondo alle miniere
del Lancashire, e alla sua lettera che ancora non arrivava.
I never see
the daffodils line up
along the
motorway but I remember them
that day I
drove to work distraught
becouse I'd
phoned the week before to say
I'd call to
see you sometime soon, but didn't.
They deck
the highways every year I think
to tell us
something good about ourselves -
despite all
evidence to the contrary:
our
day-to-day dishonesties, deceits,
our
unintended cruelties, neglects.
And every
year they tell us to keep close
our friends
because we do not know the day,
the hour
they will be thieved away, and we
be left
alone with those to whom our stay
or passing
is a matter of small moment.
Non vedo mai i narcisi in fila
lungo l'autostrada, ma li ricordo
quel giorno che ho guidato sconvolto
perché ti avevo telefonato la settimana prima per dire
che ti avrei visto presto, ma non l'ho fatto.
Decorano le strade ogni anno, penso,
per dirci qualcosa di buono su di noi -
nonostante tutto dimostri il contrario:
le nostre quotidiane disonestà, truffe,
le nostre inconsce crudeltà e trascuratezze.
E ogni anno ci dicono di tenere vicino
i nostri amici, perché non sappiamo né il giorno,
né l'ora che andranno via da noi, e noi
rimaniamo soli con quelli per i quali il nostro stare
o andare, è cosa di piccola importanza.
Times I
Hear of Lives Lost
("35
miners die in Ukraine coal mine fire near Kiev",
"25
coal miners killed in north-eastern China" - News reports)
Times I
hear of lives lost
underground
I hear again
the iron
cage clang shut, I hear
you telling
of the fear that struck
the earth
each time the cables tightened
overhead.
Again, I see you
and your
fellow colliers
descend
through levelled ages, faces
grey with
dust no razor gleaned,
no water
cleaned - I feel the pick
and shovel
cramped against your skull.
***
At home on
holidays you puzzled
over
diagrams I'd made
at school
until suddenly you laughed.
"Why,
dammit! That's a Davy Lamp!"
Two weeks
of holidays and then
the
suitcase in the hallway, then
the letters
stamped in Manchester
or mining
towns in Wales. Some nights
I see you
climb from my dark reservoir
of loss,
your shoulders cloaked with coal dust,
lamp in
hand. I always call
to you. You
always turn away.
("35 minatori morti in Ucraina, vicino a Kiev",
"25 minatori di carbone uccisi nel Nord-Est della
Cina" - titoli di giornali)
A volte sento di vite perse
sottoterra sento di nuovo
la gabbia di ferro che si chiude con fragore, e ti sento
raccontarmi la paura che struggeva
il cuore ogni volta che i cavi si tendevano
in alto. Di nuovo vedo te
e i tuoi compagni di lavoro
scendere tra gli strati livellati, facce
grigie di polvere che il rasoio mai rasava,
l'acqua mai puliva - Sento il piccone
e la pala appesi alla tua giacca,
il casco ben fissato alla tua testa.
A casa, in vacanza, un disegno
che avevo fatto a scuola, ti ha lasciato
perplesso, fino a che hai riso:
"Accidenti! Quella è una Davy Lamp!"
***
Due settimane di vacanza e poi
la valigia nell'entrata, poi
quelle lettere affrancate Manchester
o paesi di miniere in Galles. Qualche notte
ti vedo risalire dal buio, dietro
il mio serbatoio d'ossigeno vuoto,
le tue spalle coperte di polvere di carbone,
lampada Davy in mano. Sempre ti chiamo.
Ma sempre ti giri dall'altra parte.
Eamonn Lynskey è nato a Dublino nel 1949. Scrive poesie fin
dal 1980; la sua prima raccolta poetica ("Dispatches &
Recollection") è stata pubblicata da Lapwing (Belfast) nel 1998. "And Suddenly the Sun
Again", Seven Towers Publication Editore, 2010, è la sua seconda raccolta
poetica.