E cioè, travalicando ogni sconfitta, ogni disillusione, ma anche ogni ambiguità di sogni e di facili terre d’amore, la poesia ci porta per mano per dirci, e per dirsi, come veramente sarebbe stato bello se… come veramente sarebbe stato luminoso e gratificante il cielo e il mondo, se appena questo amore, ma direi questa natura, questa vita, fosse stata quella in cui veramente mi ritrovavo, mi specchiavo!... “dentro di noi c’è - dice / come una mappa, una carta / geografica del tempo / lì in fondo brilla /acceca, a volte brucia…” dice Alessia, nella sua poesia che apre la raccolta: è quel segreto inconscio desiderio già scritto, impresso nel cuore e nell’anima, mappa del nostro tesoro ancestrale, che ci anima e ci spinge in silenzio a ricercare quello che poteva essere e che non è stato!
Ma seguiamola ora, la nostra cara poetessa, in questi versi così accorati e giudiziosi, ben ritmati, pregni di quell’afflato d’amore e di sentimento per l’uomo e per la vita, per la natura in ogni ambito della sua splendida apparizione, e che alla fine ci porta dolorosamente a meditare, a riflettere, sul verso senso dell’esistenza: “canta il dolore di nascere umano / e ruggisce bellezza quell’unico suono / si accorda al maestrale, domanda / chi sono?”
Dentro di noi
in fondo, in fondo
c’è una fiamma, dice mia mamma.
E dice fuoco e pure acqua
dice radice, chioma folta
e poi brandelli di stelle, uragano
dentro di noi c’è - dice
come una mappa, una carta
geografica del tempo
lì in fondo brilla
acceca, a volte brucia
e c’è un dolore sottile
per chi la avverte, lo dice
la tocca col dito o tutta la mano
una fiamma tempesta, fiamma soprano
canta il dolore di nascere umano
e ruggisce bellezza quell’unico suono
si accorda al maestrale, domanda
chi sono?
(dalla sezione "Non saranno le mie poesie d’amore")
Non saranno le mie
poesie d’amore
piuttosto di rabbia incendiaria
di visione e pudore
sono poesie di febbre
ardore nel nome che non oso
pronunciare, nel segno di non so
quale veggenza, stupore sulla lingua
del mare, l’onda che mangia la spiaggia
la tua bocca di sabbia
mi tocca e non mi tocca, mi scompone
di grazia tutta la faccia
(dalla sezione "L’amore da bambina")
Qualcosa d’inaudito
un pulviscolo d’anni
negli album di famiglia
il tempo ci guarda
occhi che possono tutto
quando non sanno il mondo
e aprono a volare
soltanto con un salto
ero lì, luccichio di pupille
nel vapore dell’infanzia
senza lo sforzo di cercarmi
Spiegaglielo tu alle pareti
che stretti stretti si sta da soli
anche in due
se non capisci la mia lingua
bagnata e bruci le fotografie
nemmeno liberassero l’anima
che era nostra
quanto può essere infelice
questo raccordo di nascite?
Ho scelto l’amore cento volte
cento volte ho piantato arcobaleni
negli occhi, con le pietre mi sono scavata
dentro, per che cosa?
(dalla sezione "Per i cieli sopra i TIR")
Si è incastrato il verso
tra clavicola e trachea
non risale su per la gola
riduce lo spazio
di manovra e in questa vita
mi manca l’aria
tutto il vento meridionale
mi manca il mare
il vento e il mare
le onde della sera
fosse esatta la parola
come un bacio, viola aurora
(dalla sezione "Finché saremo amore")
Più in là, verso la riva, la luce dei fuochi
alti, gialli e rossi e tu:
cammina più in là,
dove non c’è molta
gente seduta e le
urla, gli schiamazzi
insabbiati non
rovinano il ricordo, vai
al pelo dell’acqua,
attenta!
La schiena, ti prego,
diritta
inclina la nuca di
lato, accenna
un sorriso, abbassa
gli occhi
mi compio, rito di gesti, satellite
non so di quale pianeta, ma non sono
la stella, la terra questa notte
è disposta al tuo debutto: sei perfetta
servisse a qualcosa, ci rifletto -
avvolgo i capelli dietro l’orecchio, inclino
la nuca di lato, abbasso gli occhi, accetto
tutto, fosse l’ora della sconfitta la bacerei
(dalla sezione "Altre terre")
Sono questa luce
questa penombra
sono esattamente davanti
a te, nuda davanti a te
per tutti gli anni in cui non hai parlato
per tutti i giorni in cui hai sopportato
l’uragano aprirsi nei miei occhi
come fai a restituirmi la pace?
Io non conosco altre terre
che non siano addio e tempesta
tu non conosci altre parole
che non siano ninnilina
princi-pesca, o
qualsiasi altra
invenzione pur di chiamarmi
amore
Alessia Iuliano, Dopo la favola, CartaCanta 2025. Illustrazione
di copertina dell'autrice.
I Passatori < Contrabbando di poesia. Collana diretta da Davide Rondoni
Alessia Iuliano (Termoli, 1995), laureata in Musicoterapia, ha conseguito il diploma professionale in Illustrazione e un master in Educazione della Scrittura a Mano e del Disegno Infantile, attualmente continua la sua formazione in Scienze Pedagogiche. Nel 2016 è stata vincitrice del premio per la poesia inedita “Le Stanze del Tempo” con Non Negare Nessuno (CartaCanta, 2016); ha pubblicato inoltre la silloge poetica Ottobre nei viavai (RPlibri, 2018). Suoi testi sono apparsi in antologie e riviste tra le quali Almanacco dei Poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2017), Come sei bella. Viaggio poetico in Italia (Aliberti Compagnia Editoriale, 2018), Barchette di Carta (Calamaro Edizioni, 2024). Collabora con le riviste online Pangea e clanDestino e ha illustrato per alcuni marchi editoriali tra cui RPlibri, Fuorilinea Editore e Capire Edizioni.
www.alessiaiuliano.it