Si tratta di versi che rievocano il grandioso paesaggio americano, con note riflessive sugli stati d'animo da esso suscitate, lungo il viaggio, e qualche nota di nostalgia. Un linguaggio, come sempre, solido nella costruzione e nel progredire, quello di Pedicini, che con piacere proponiamo nuovamente in questo blog, per altri interessanti e graditi commenti da parte dei lettori.
I.
Ad una svolta, improvvisa l’ansa del fiume.
“È il Mississippi”, disse James.
Il fiume pareva fermo come un lago.
Il bridge lungo più di un quarto di miglio.
Oltre il ponte
la strada riprese a correre
tra distese di soia e di granturco.
Si viaggiava in un continuo rombo
di motori. Le windmills segnavano
il passo del tempo. Erano una mandria di draghi
in fila lungo la linea dell’orizzonte. “Questa è l’America”.
James,
il taciturno, parlò come mai aveva parlato.
Mi parlò delle aquile che rotano alte nel cielo,
degli antichi amerindi Iowa, del Mormon Trek
e di Cedar Rapids distesa come una donna
nel letto del fiume.
La sera avanzava col vento
che radeva le cime degli alberi
come una gigantesca mower.
Fu subito notte. E nel buio
si accesero a migliaia fuochi vicini lontani.
Viaggiavo come chiuso in un hangar volante,
sospeso in un nido di vespe
nel blu silenzioso della notte.
Fu allora che pensai al mio paese
e alla festa di S. Rocco che è come
uno scoppio di melograno maturo
nel cielo acceso di speranze.
I.
At a turn,
sudden the bend of the river.
"It's
the Mississippi," James said.
The river
seemed as still as a lake.
The bridge long more than a quarter of a
mile.
Over the bridge
the road resumed to run
among expanses of soybean and maize.
One
travelled in a continuous roar
of engines. The windmills marked
the passage of time. They were a herd of
dragons
lined up along the horizon. "This is
America." James,
the taciturn, spoke as he had never spoken.
He spoke to me of eagles that twirled high in
the sky,
of the ancient Iowa Amerindians, the Mormon
Trek
and of Cedar Rapids stretched like a woman
in a river bed.
The evening
advanced amid the wind
that shaved the tree tops
like a giant mower.
Soon it was
night. And in the dark
lit
thousands of fires near far.
I travelled
like closed in a flying hangar,
suspended
in a wasps' nest
in the blue
silence of the night.
It was then
that I thought of my country
and the
feast of St. Rocco that is like
a burst of
ripe pomegranate
in the sky
lit up with hope.
II.
Al mattino fui nel Nuovo Mondo
“ove nessuno può entrare senza il permesso di Dio”
come ebbe a scrivere Cristoforo Colombo
nel diario del suo terzo viaggio.
Ero come disperso in una distesa di case e giardini,
perduto come rondine senza nido. Giravano
a frotte nell’aria in cerca di cibo.
“Sono due mesi che non piove”, disse Michael
seduto al volante come un comandante sulla tolda della nave.
Le roads salivano e scendevano dai dossi
come acquatiche anaconde.
L’aria era una apple freeze dried.
Il Capitol un peanut butter alzato al cielo.
D’improvviso il cielo diventò
una nera coperta bagnata
e venne giù la pioggia battente.
La terra scivolò in un mare di foglie e fango.
Dietro i vetri della tipografia di Sara,
nel profumo d’inchiostro
e tra le rose del quadrante
del libro di Shakespeare,
io ero come a casa
e per me fu come un miracolo
specchiarmi nel fiume Iowa
con la luna che si alzava dietro il ponte.
(Luglio-agosto 2012)
II.
In the
morning I was in the New World
"where
no one can enter without the permission of God,"
as Christopher Columbus wrote
in the diary of his third voyage.
I was as if
lost in a sea of houses and gardens,
astray as a
dove without a nest. They turned
in flocks
in the air in search of food.
“It’s two
months that it doesn’t rain,” said Michael
sitting behind the wheel as a commander on
the deck of his ship.
The roads ascended and descended from the
mounds
as aquatic anacondas.
The air was an apple freeze dried.
The Capitol a peanut butter raised to the
sky.
Suddenly
the sky became
a sodden black
blanket
and down
came the pouring rain.
The earth
slid into a sea of mud and leaves.
Behind the
windows of Sarah’s typography,
in the
scent of ink
and among
the roses of the face
of the book
of Shakespeare,
I was like
at home
and for me
it was like a miracle
to be
mirrored in the Iowa River
with the
moon that was rising behind the bridge.
(July -
August 2012)
III.
… e il giorno dopo e l’altro ancora
le grafie dei rondoni nell’aria
e dal muro di piante all’orizzonte
tornò il vento a radere l’erba
come un’onda.
Il diluvio era passato,
ma non la paura.
Seduto sul deck
respiravo assorto
la luce del mattino
come le donne di Hopper.
Di colpo fui con Paul Austen
per le vie di New York:
ero un’ombra
nel fogliame dei palazzi
affacciati su Riverside Park.
“Questa è l’America,”
mi ripetevo come in sogno.
E nel sonno, assordante, mi giunse
il rombo di mille e mille aerei in volo
e il rumore sordo delle bombe a terra.
Piangevo come un bimbo
sperduto in mezzo a una nuova guerra.
Mi svegliai a mezzo il giorno
con l’odore del latte cagliato
che arrivava dalla farm degli Amish a Kalona.
“Anche questa è l’America,
forse più vera e migliore dell’altra”,
mi dissi scotendomi di dosso
le ombre del mattino.
Me ne andai allora
a rinfrescarmi alla fontana dello Sheraton
e all’ombra del Solar Marker ritornai
a essere me stesso.
III.
… and the
day after and yet another
the
writings of the swifts in the air
and from
the wall of trees on the horizon
returned
the wind to shave off the grass
like a
wave.
The deluge
had passed,
but not the
fear.
Sitting on
the deck,
I breathed
immersed
the morning
light
like
Hopper’s women.
Suddenly I
was with Paul Austen
along the
streets of New York:
I was a
shadow
in the
foliage of the buildings
overlooking
Riverside Park.
"This
is America,"
I repeated like in a dream.
and in my sleep, deafening, came
the roar of thousands and thousands aircrafts
in flight
and the thud of bombs on the ground.
I cried
like a child
lost in the
midst of a new war.
I woke up
at half the day
with the
smell of sour milk
that came
from the Amish farm in Kalona.
"Even
this is America,
perhaps
truer and better than the other, "
I told myself
shaking off
the shadows
of the morning.
I went then
to freshen
up at the Sheraton fountain
and in the
shadow of the Solar Marker I reverted
to being
myself.
IV.
Nel frastuono di lingue sconosciute
vado avanti e indietro come un pendolo:
Clinton
Street 100 – Washington Street 10
Dubuque Street 100 – Iowa Avenue 10.
Mi sembra d’essere
tornato bambino
e di perdermi (nel gioco
dei quattro cantoni
son restato sempre fuori,
come adesso a Iowa city).
Altro non c’è che questo andare
nel girotondo delle strade
dove non sai se sei solo
anche se incontri
una fiumana di giovani
che con gioiosa cortesia
ti saluta festante
con sempre la stessa cantilena:
“Hi!” “Hi!” “Hi!”
a cui risponde
il mio stanco: “Hi!”
Come è lontano il tempo
quando il tempo era sempre uguale,
e come erano amari gli anni
che ho disseminato
nel campo di ulivi attorno casa!
(Iowa, 29 – 31 agosto 2012)
IV.
In the din
of unfamiliar languages
I go back
and forth like a pendulum:
Clinton
Street 100 - Washington Street 10
Dubuque
Street 100 - Iowa Avenue 10.
I feel as
if I am
a child
again
and that I
get lost (in the game
of four
corners
I always
remained outside,
as now in
Iowa city).
There is
nothing else but this going
in the
ring-a-ring-a-roses of roads
where you
do not know if you're alone
even if you
meet
a torrent
of youngsters
that with
joyful courtesy
greet you
joyfully
with always
the same chant:
"Hi" "Hi" "Hi!"
To which
you respond
with your
tired, "Hi!"
How far
away is the time
when time
was always the same,
and how
bitter were the years
that I
scattered
in the
field of olive trees around the house!
(Iowa, 29 -
31 August 2012)
V.
Dopo il mio lungo girovagare
in questa Babele del Nuovo Mondo,
mi siedo sull’erba
all’ombra del Liberal Arts .
L’erba è arsa dalla pioggia
e odora di mele marce.
Mi distendo al sole
che mi piove addosso
come uno straccio consumato.
Nel sacco che mi porto dietro
ritrovo le mie poche cose:
un libro di James Thurber,
la vita che in un fiato se ne è andata,
l’aspro sapore dei ricordi fatti fango,
gli amici lasciati, gli amori perduti...
Che sia anche per me l’ora
di arrivare alla soglia
e dire addio alla vita
che è finita come un niente?
(3 settembre
2012)
V.
After my
long wandering
in this
Babel of the New World
I sit down
on the grass
in the
shadow of the Liberal Arts.
The grass
is burnt by rain
and smells
of rotten apples.
I lie under
the sun
that rains
down on me
like a
worn-out rag.
In the sack
that I carry around
I revive my
few things:
a book by
James Thurber
life that
in one breath has gone,
the bitter
taste of memories become mire,
friends
left behind, lost loves...
Is it time
for me as well
to reach
the threshold
and say
goodbye to life
which ended
as a nil?
(September 3, 2012)