Veruska Vertuani è una poetessa di Aprilia che nutre un
grande rispetto nei confronti della vita e dei buoni sentimenti, in particolare
l'amore, e lo manifesta attraverso la sua linea poetica, una linea, un dettato
che è senz'altro originale e alto. Presentando molto volentieri su Transiti
Poetici il suo recente libro "Il tempo degli amuleti", del quale
riportiamo alcuni testi, è già possibile notare questa sua caratteristica
peculiare, e cioè il tenere in gran conto la natura e l'amore, che contraddistinguono
l'ossatura portante delle sue composizioni.
L'amuleto, da cui il titolo della raccolta, è un simbolico
oggetto che nei miti e nelle tradizioni popolari da sempre ha accompagnato
l'uomo nelle avventure più difficoltose, nei viaggi ma anche nella vita di
tutti i giorni: così l'amuleto nella
poesia di Veruska Vertuani diventa metafora di speranza, di fede in un mondo e
in un tempo migliori; non resta, all'autrice, che "indossare i vestiti di tutte le stagioni e ingomitolare di lucciole le
coincidenze": cercare, cioè, in qualche modo tutte le possibilità,
grazie agli "amuleti", di una via salvifica per sé e per tutti.
Da questo nocciolo centrale, da questa ricerca di
possibilità, si sviluppa il percorso poetico della Vertuani espresso nella
raccolta. In filigrana, da ciascun componimento traspare la luminosità di un
sentimento forte nei confronti della natura e della vita, un deciso e
consapevole schierarsi a sostegno di essa e della bontà, della positività
latente nelle cose e che solo i sensibili, e fra questi i creativi, gli artisti
e i poeti, riescono a scorgere, a evidenziare. A volte l'autrice si lascia
pervadere da un senso di sfumata disfatta, di scoraggiante rassegnazione
("Dio mi guarda dall'alto, ne sento
la pietà / mentre appanno la finestra con le tempie. / Cercando un dettaglio
per poterti amare."). Ma è proprio in virtù di questa consapevole
distanza tra terra e cielo, che la nostra autrice riesce a farci intravedere
una possibilità di redenzione: "cercando (appunto!) un dettaglio per poter
amare".
E l'amore è protagonista nelle sue poesie, un protagonista
luminoso e coraggioso, sincero e del tutto privo di compromessi o condizioni;
si tratta di un amore soprattutto fisico, coinvolgente, di cuore e di labbra
ardenti. Amore e giustizia, laddove le esistenze di alcuni, specie le donne, vengono
bistrattate, offese e calpestate ("Prima
di alzare le parole su una donna / ricorda che sei nato dalla sua bocca che
urlava."), o addirittura annichilite, come nella commovente
composizione lirica “Magazzino diciotto”
(le Foibe).
Si tratta dunque di un percorso poetico completo, quello di
Veruska Vertuani, in questo suo pregevole "tempo degli amuleti", dove
il suo dettato creativo spazia da elementi minimi della quotidianità, ad
aneliti di più alta visione e considerazione della vita e della società.
Augurando a Veruska Vertuani percorsi artistici e poetici sempre
meritevoli di attenzione e di plauso da parte del pubblico e della critica, offriamo ai
nostri lettori alcuni testi tratti dalla sua raccolta "Il tempo degli
amuleti", affinché possano aggiungere altri graditi commenti e riflessioni
in merito.
Dio che guarda
dall'alto
Ricalco sui miei capelli
le movenze gentili che vedo fare al vento,
carezze sulle foglie che si arricciano
salano l'aria di spezie e pensieri.
Le voci vengono da lì
quel punto oltre il quale non so più immaginare
e per il consueto gioco del destino
sono voci che parlano l'amore.
Dio guarda dall'alto
quanti spigoli ha il mio cuore
a forza di stiparci cassapanche e baci
si crede una casa. Invero è una soffitta
dal tetto disfatto
quando piango piove
e i cambi di stagione di rotta di identità
prendono di muffa.
Dio mi guarda dall'alto, ne sento la pietà
mentre appanno la finestra con le tempie.
Cercando un dettaglio per poterti amare.
***
Svuoto la mansarda
le stanze
la cantina
la mente
il cuore
la vagina
per stanare il tarlo del sogno.
***
Fiordipelle
Se solo ti voltassi a cosa mi è successo dentro
vedresti il mistero di fiori sottopelle,
piccoli, diafani petali, stringersi in una fitta corazza
e profumare le ossa.
Se solo capissi che continuo a sbocciare ma fuori strino
alleveresti la mia linfa in cielo
e con le iridi fragorose di primavera
ti salverei.
Il
compleanno della libertà
L'uomo in divisa faceva domande
l'uomo in divisa scriveva risposte
il tempo sui tasti, come un grilletto
marcava i miei occhi in giro per la stanza.
Stasera è un anno che non inghiotto botte
un anno che compro solo scarpe rosse.
Soffio la luce sulla torta
le catene bruciano all'inferno
un dito nella panna e mi sento come lei
leggera e libera, una nuvola che non rabbuia mai.
Il
frigo di Ivano
Una bottiglia di latte senza tappo
spaghetti freddi e ghiaccio caldo
Ivano apre e chiude il frigo
come una scatola di magia.
L'illusionista usa armi spuntate
una sega coi denti morbidi, bisturi di gommapiuma
ma quella sera di ospedale
Ivano sente una spada al petto
mentre la moglie diventa luce, smarginando il letto.
Ivano chiude, apre il frigo
il latte trema la bocca trema
al ricordo di quegli occhi, tondi e giusto azzurri
quanto la linfa la vita, la bellezza appena nate.
Grumi di latte nel lavandino
l'ultimo bacio poi via dalle lacrime
il bianco conduce alla speranza
che l'Oltre regala ai suoi angeli.
Il
tempo degli amuleti
Settembre ha il tempo degli amuleti
capaci per ore di stare in bonaccia
contrarsi a rito in pochi secondi
da non dare scampo al mio volere.
Le conchiglie si ritraggono dal mare
legate al vento ninnano auspici
ma quando il maestrale è in tempesta
mi involano la mente alla pazzia.
Allora indosso i vestiti di tutte le stagioni
anelli quanti i cerchi che un sasso fa sull'acqua
a passi scapigliati sparpaglio coincidenze
e nella notte le ingomitolo di lucciole.
“Magazzino
diciotto” (le Foibe)
Quattrocentogrammi di chiodi
uno alla volta tra le dita
non per appendere campane alla domenica
né giorni di festa alla parete.
Valgono il peso di quattrocentogrammi di chiodi
i tuoi affetti da imballare
ferro che picchi in ossi di legno
marci e sdentati, come la voce dei passi
in ordinata disperazione.
Trovi di tutto nel magazzino diciotto
rovi di sedie mobili sull'attenti
manciate di quattrocentogrammi di chiodi
con la fretta di sprangare porte e finestre,
correre
che il corpo è un avanzo, buono per domani
e l'anima tornerai a prenderla
nella stretta di un bambino a un fiore
tuo figlio o chissà, nipote
quando il cielo sarà ruggine di chiodi, in un giorno di
festa
alla parete del magazzino diciotto.
Prima di alzare le parole su una donna
ricorda che sei nato dalla sua bocca che urlava.
Schiudevi la carne con la tua testa
ricorda la spinta tra i suoi petali
che cogliesti e le porgesti in ciglia
annodate di lacrime, quando ti vide.
Ricorda i fiori, le note dei suoi seni nei ghirigori di
gioia
prima di alzare le mani su una donna
ricorda le sue mani sulla pancia
ali rosa che mai volarono.
Sul bordo del cielo, lì le lasciò
per medicare ogni tua caduta.
Veruska Vertuani, nata a Velletri, da sempre risiede ad
Aprilia (Lt). A dieci anni inizia lo studio della danza classica, passione
questa che contrassegnerà sin da subito il percorso di scrittrice e gli
elementi salienti la sua poetica. Laureata in Scienze Statistiche ed
Economiche, intraprende la professione di consulente aziendale.
Nel 2008 si avvicina alla scrittura per metabolizzare il
dolore per la perdita della nonna materna.
Dal 2010 partecipa a concorsi letterari nazionali e internazionali,
ottenendo molti riconoscimenti, tra cui spicca il II posto al Premio Gianfranco
Rossi per la giovane letteratura organizzato dal Gruppo Scrittori Ferraresi;
Premio speciale della giuria alla IX Edizione del Premio Napoli Cultural
Classic; I posto sez. over 31 al VII Concorso Nazionale di Poesia Chiaramonte
Gulfi-Città dei Musei; I posto al XVIII Concorso di Narrativa e Poesia Laghese.
A giugno 2015 è stata insignita della Medaglia della Presidenza del Consiglio
dei Ministri al Concorso Letterario Internazionale San Maurelio di Ferrara e a
ottobre 2015 si è classificata I nella sezione poesia al IV Concorso Nazionale
dell’Associazione “LunaNera”, ottenendo la pubblicazione gratuita della sua
prima silloge Frammenti di Crisalide.