"Sappi che
l'amore fa come la radice / protegge il suo albero sfidando il vento / per
tenerlo alla terra / e lieta lo nutre ad agosto". Vorrei partire da
qui, per questo breve viaggio nel mondo poetico di Mariano Ciarletta, giovane
poeta salernitano, che vive e svolge la sua attività a Mercato San Severino,
patria dell'indimenticabile Carmine Manzi che con la sua rivista letteraria
"Fiorisce un cenacolo" e con il suo prestigioso Premio Paestum ha
illuminato di arte e di poesia la nostra regione per più di cinquant'anni. Questi
versi sono tratti da una bella poesia che fa parte del recente libro del nostro
autore, che volentieri ospitiamo su Transiti Poetici, dal titolo emblematico
"Il vento torna sempre", edito da La Vita Felice di Milano, con una
dettagliata prefazione di Rita Pacilio.
L'osservazione acuta del mondo e del modo di essere
dell'umanità presente, viene filtrata dall'autore attraverso le sue riflessioni
amare e sofferte, ma non prive di speranza, sull'inclinazione negativa che ha
assunto la società e la sua influenza sulla natura: le cose vanno e vengono, ci
si trova nell'"odore degli errori
commessi tra gemme d'arancio" e noi "siamo ciechi alla danza dei dolori che macabra esegue il passo per le
strade di oggi". Ma nonostante tutto, nonostante i quadri negletti che
accompagnano il nostro procedere, resta per noi un amore variegato che, come la
"radice protegge il suo albero
sfidando il vento", ci redime e ci incoraggia a proseguire. Ecco: il vento torna sempre, torna con
l'intento di demolire o quanto meno ripiegare, avvilire, quel poco di buono e
di luminoso che nella vita l'uomo si prefigge di costruire, sfidando baratri e
tempeste furiose. Una visione pessimistica? Può darsi, ma leggendo e
interpretando più in profondità i versi di Mariano Ciarletta, si nota
l'evidenza più o meno velata di un amore variegato, come dicevo prima, nel
senso dei suoi molteplici aspetti e delle sue molteplici manifestazioni ("Sappi che l'amore è inciampo di sassi che si
camuffano a gemme…", e ancora: "Sappi che l'amore non è ladro, non ruba vergini terre...", si
legga l'intera poesia "Rosso legame", che è sagacemente da
contrapporre, quasi in ossimoro, a "Sensi perduti").
Mariano Ciarletta predilige un linguaggio indiretto per dire
tutto ciò, utilizzando sovente metafore e sinestesie, con un dettato poetico
costituito generalmente da testi brevi, decisi e rapidi nella loro
esplicitazione. Ogni testo poetico è un quadro a sé, ma ognuno rende bene
l'idea fondamentale dell'autore, e cioè che il male e in genere le negatività
sono sempre lì, dietro l'angolo, pronte a rovinare l'uomo e la natura, e
l'unico possibile argine contro "il
vento che torna sempre" è l'amore, la ricerca dell'amore.
Per dire tutto ciò, Mariano Ciarletta ha realizzato un libro
di poesie arricchito anche da una sezione di "Aforismi" molto arguti,
profondi, che riprendono generalmente il tema principale dell'autore, di cui
abbiamo prima parlato, e che offrono davvero molti spunti di riflessione.
Spunti di riflessioni che sicuramente i nostri amici lettori
che qui ci seguono con piacere, potranno aggiungere, se lo vorranno, insieme ad
altri graditi commenti su questo ottimo lavoro poetico del giovane ma già
affermato poeta Mariano Ciarletta, serio ed impegnato autore del nostro
panorama letterario contemporaneo.
Riportiamo pertanto qui di seguito alcuni testi poetici tratti da:
Mariano Ciarletta, "Il vento torna sempre", La Vita Felice, Milano, 2018. Prefazione di Rita Pacilio
Tumulto
Ho gettato un sasso
tra le tumultuose onde
roccioso pugno carico di domande.
Ho atteso le risposte dall'eco dei venti
ottenendo silenzio rimontante.
Foglie d'arancio
Osservo
lento il mutare dell'autunno
dalle rosse foglie, al marrone e al giallo.
Invidio
il volgere di Crono,
seduttore rende gialli i rovi
per spontaneo capriccio.
E mentre io seduto rimango in stasi
continua
la soave danza delle cadaveriche foglie
dal rosso, al marrone
e al giallo.
Colore di schema senza regole
richiamo perduto di scheletri
alle radici possenti dei castagni
sepolti da cumuli d'arancio.
Mi chiedi di Speranza
Mi domandi se la Speranza
faccia rumore al suo ingresso
quando come spia varca
le lignee fessure dell'anima
dubbia messaggera dell'alba.
E io che conosco Speranza,
rispondo:
essa ci coglie quando più le piace,
tra lo stillare di fugaci gocce
alle tronfie risate,
fino al sovrano privilegio.
Sensi perduti
Siamo ciechi
alla danza dei dolori
che macabra esegue il passo
per le strade di oggi.
Sordi al suono del pianto
e al grido del bisogno
di una divelta umanità
spersa di umani sensi.
Sciapi, nel rifiuto passivo
alle nuove gemme della vita
bramosi di sapori distinti
eppure il desiderio.
Sconosciuti al tatto
il contatto della sperata
condivisione.
Inquieti alle nuove primavere
rigidi inverni
calde estati di rinascita.
Segreto
Mi trovo nell'odore degli errori
commessi tra gemme d'arancio
quando annusavo profumi
sulla tua carne bianca. Il dono.
Geloso che anche l'aria potesse sentirlo
celavo segreti,
il patto sigillato nel vento
parole rimosse, senza ritorno.
Ma il vento torna sempre.
Rosso legame
Sappi che l'amore è inciampo
di sassi che si camuffano a gemme
avallati da una terra beffarda.
Sappi che in amore non ci sono farfalle
ma salite impervie che conducono a oasi
dove i silenzi sono rosso legame.
Sappi che l'amore non è ladro,
non ruba vergini terre
e non ne conquista di nuove.
L'amore rispetta il momento
in cui schiuderai le porte all'unione.
Sappi che l'amore non confonde,
e non lascia lividi sulla mente
né tagli sul cuore.
Sappi che l'amore fa come la radice
protegge il suo albero sfidando il vento
per tenerlo alla terra
e lieta lo nutre ad agosto.
(Dalla sezione "Aforismi")
*
Fortunati sono gli amanti che imitano la filosofia del fiume
poiché le sue acque, anche se separate da ostacoli, troveranno il modo di
ricongiungersi ogni volta.
Non sono i silenzi a creare barriere ma le parole in più.
Siamo bravi a ferirci ancor prima che la vita ci abbia
parlato del dolore.
Mariano Ciarletta
è dottore in gestione e conservazione del patrimonio archivistico e librario,
titolo conseguito all'Università degli studi di Salerno. E' autore dei romanzi
horror: "Rami nel buio",
"L'esorcismo di Amanzio Evenshire",
"Ai bordi dell'abisso, storia di un
esorcismo" e "The necklace".
Oltre alle pubblicazioni in campo narrativo, è autore di quattro raccolte
poetiche, rispettivamente: "La
foresta delle rose scarlatte", "Tra miti e silenzi", "Iridi"
e "Come radice".
Diverse sue poesie sono state pubblicate sulla rivista
nazionale "Fiorisce un cenacolo"
e sulla rivista siciliana "Postillare".