Esser poeti non significa trastullarsi con il verso o realizzare assonanze o meravigliare il lettore con belle rime e paroloni inconsueti. O, almeno, non è soltanto quello. Lo studio e la ricerca quasi certosina della parola giusta al momento giusto per la situazione giusta, una ricerca che sovente va al di là del materiale lessicale a disposizione (quante volte il poeta si "dispera" perchè non riesce a trovare la giusta parola, la giusta espressione per descrivere, illustrare quello che percepisce, sia all'"esterno" che all'"interno" di sé?...), rende il poeta autentico, quello con la P maiuscola, tanto per intenderci, un paladino della letteratura, colui che è non solo il difensore, ma l'"alimentatore" (mi si lasci passare il termine non proprio grazioso, ma certamente consono) della lingua, per il suo mantenimento e arricchimento continuo. E Raffaele Urraro è proprio uno di questi Poeti, con la P maiuscola, per l'appunto, perchè la sua opera e la sua attività è imperniata essenzialmente nella ricerca lessicale. Una poesia che nasce dal cuore, senza dubbio, quella di Raffaele Urraro, ma che viene rielaborata dall'intelligenza creativa, e che è capace di affrontare i temi più disparati: dal sociale al politico, dall'impegno civile all'introspezione, al racconto familiare. E sempre con un inconfondibile stile equilibrato, privo di inutili fronzoli o decadimenti nel banale.
Riportiamo qui di seguito alcuni esempi della sua "vena" poetica, lasciando al fine lettore un ulteriore commento.
(Da "Ero il rgazzo scalzo nel cortile")
In ogni mia poesia
in ogni mia poesia
ci sono io
io che m'invento ogni giorno una vita
io che cambio come cambia il sole
che è sempre lo stesso
che è sempre diverso
però in ogni mia poesia
ci sei anche tu
con i tuoi giorni
e i tuoi momenti
perchè la mia vita
è legata alla tua
dalla catena delle cose
perchè una storia
non è soltanto una storia
ma un piccolo frammento
della trama che involge
il destino di tutti
cosmica simpatia
: è questa la legge dell'universo
dove una vita è una vita
che si muove e frena
seguendo gli stimoli del mondo
e tu non potrai mai dire
- come si dice -
lasciatemi scendere
che mi gira la testa
*
la singer della mamma
la singer della mamma
cominciava la sua lunga giornata
troppo presto molto prima che
sorgesse il sole
il rumore troncava di botto
i miei sogni prossimi all'alba
la singer arrancava
sotto il piede stanco di pigiare
la sua rabbia al pedale
e dalle mani di mamma uscivano
pantaloni confezionati
alla bell'e meglio
era il tempo del dopoguerra
e tutto serviva per uscire
dal buio della storia
e ritrovare un altro senso della vita
*
ero il ragazzo scalzo nel cortile
ero il ragazzo scalzo nel cortile
che giocava con la trottola
e le sfide le perdeva tutte
non ricordo di aver vinto
neanche una volta
: la mia trottola ne usciva
sempre malconcia
ed io mi allontanavo col broncio
giurando improbabili rivincite
*
(da "Poesie")
rimbalzano le mie parole
rimbalzano le mie parole
dalla terra di creta
al cielo di cristallo
e non trovano nulla
: trovano soltanto
il silenzio dell'assenza
ombra grigia
che pigia le nevrosi
del sogno
l'uomo è solo
con la mente che vola e che s'impiglia
negli spazi frantumati del nulla
e il silenzio squarcia
le pareti di pietra
è un silenzio impalpabile
come tenebra oscura
sotto le dita dell'anima
solo la parola
può uccidere il silenzio
e se svanisce nel nulla
resta l'eco trasportata dal vento
*
(Da: "La luna al guinzaglio")
IV
anche stanotte spremo la parola
per dire il mondo che circonda
la mia anima malata
e mi guardo nelle tasche
per trovare una parola dimenticata
ma trovo solo il segno che tradisce
mi pervade perciò la mia paura:
della morte delle mie parole
I testi sono tratti dai volumi: "La luna al guinzaglio", Loffredo Editore, Napoli, 2001; "Poesie", Marcus Edizioni, Napoli, 2009; "ero il ragazzo scalzo nel cortile", Marcus Edizioni, Napoli, 2011.
Una riflessione di Raffaele Urraro sulla poesia:
Che cos’è la poesia?
La poesia è artificio della mente. Non perché essa sia il frutto di un’esclusiva produzione razionale, ma perché il poeta, sempre, è portato a razionalizzare tutti gli stimoli, le emozioni, i rapimenti dell’animo, le sensazioni del suo corpo e, in generale, della sua fisicità e della sua materialità, operazione che avviene attraverso la mente. È la mente del poeta che sistema e struttura l’artificio, componendo e componendo nel suo laboratorio tutti gli elementi preformali dei suoi contenuti. È la mente che crea l’artificio, anche se esso sgorga e zampilla da mille fonti nella sua genesi prima, che per molti aspetti resta misteriosa e stravagante per lo stesso poeta.
(da Raffaele Urraro, Il destino della Gorgonia, Loffredo, Napoli 1991, pag. 83).
Raffaele Urraro è nato e vive a San Giuseppe Vesuviano. Laureato in Lettere Classiche presso l’Università “Federico II” di Napoli, dove ebbe maestri Salvatore Battaglia e Francesco Arnaldi, dopo aver insegnato Italiano e Latino nei Licei, ora si dedica esclusivamente al lavoro letterario. Giornalista pubblicista, collabora come redattore alla rivista di letteratura e arte Secondo Tempo con saggi sulla poesia moderna e contemporanea, recensioni e articoli di varia natura. Suoi interventi critici sono presenti anche in altre riviste, come La Clessidra, L’Immaginazione, Capoverso, Sìlarus.
Raccolte poetiche pubblicate: Orizzonti di carta, San Giuseppe Vesuviano 1980, poi Marcus Edizioni, Napoli 2008; La parola e la morte, Loffredo, Napoli 1983; Calcomania, Postfazione di Raffaele Perrotta, Loffredo, Napoli 1988; Il destino della Gorgonia – Poesie e prose, Loffredo, Napoli 1992; Anche di un filo d’erba io conosco il suono, Prefazione di Ciro Vitiello, Loffredo, Napoli 1995; La luna al guinzaglio, Saggio critico di Angelo Calabrese, Loffredo, Napoli 2001; Acroàmata – Poemetti, Loffredo, Napoli 2003; Poesie, Marcus Edizioni, Napoli 2009; Ero il ragazzo scalzo nel cortile, Marcus Edizioni, Napoli 2011.
Ha inoltre pubblicato, in collaborazione con Giuseppe Casillo, molte antologie di Classici Latini commentati secondo moderni metodi esegetici, edite dall’Editore Loffredo di Napoli, per i Licei Classici, Scientifici, Linguistici e Socio-Psico-Pedagogici, e, per l’Editore Bulgarini di Firenze, una storia della letteratura latina.
Per la saggistica: Giacomo Leopardi: le donne, gli amori, Olschki editore, Firenze 2008; La fabbrica della parola – Saggi di poetologia, Manni Editore, San Cesario di Lecce.
E' inserito nell'Antologia "Attraverso la città", Scuderi Editrice, 2011, curata da Giuseppe Vetromile.