Quello che salta subito evidente agli occhi del lettore è la gradevolezza del dettato poetico, espresso in un romanesco fluido e attuale, molto aderente ai temi trattati, ai personaggi, alle raffigurazioni. Sono molte le belle e argute descrizioni dei personaggi, inseriti in un contesto sociale di una città dai mille volti e con una storia millenaria, che ha generato usanze, tradizioni e modi di dire ancora attuali. Una sorta di Spoon River romanesca, come sembrerebbe, o addirittura una riproposta, seppur parziale, delle tematiche e del dettato trilussiano. Ma Marco Masciovecchio conserva intatta la sua originalità, la sua novità ben riuscita nel raccontare la sua Roma sotto a ‘sto cielo, con versi assolutamente privi di ironia o di amarezza, bensì lucidi e schietti, senza mai cadere nella falsa retorica di facili stereotipi o cliché artificiosi costruiti a bella posta. Un cuore grande, quello che si nota in questi versi, una passione senza remore e senza timori, senza zone oscure o addirittura ambigue.
IO
Ecchime qua, me chiamo Marco,
nome comune, gnente de speciale
sortanto un poro Cristo
che ogni giorno cade
che quanno s’ariarza sente er dolore
che da la carne ariva all’osso.
Sotto a li piedi, secoli de storia,
sopra la capoccia sortanto er celo
e sotto a ’sto celo… Roma.
LA COMMARE SECCA
La commare secca
nun chiede mai er permesso,
nun aspetta. Ariva puntuale,
bussa a la porta, raschia co’ le dita,
nun je ne frega un cazzo se nun risponni
trova lo stesso er modo de fasse spazio.
Te la ritrovi dritta ar capezzale,
te fissa, te frega l’urtimo respiro,
scappa via de corsa pe’ le scale
deve da lavorà, je tocca core!
MI’ PADRE MORÌ D’ESTATE
Mi’ padre morì d’estate
dopo du’ anni co’ la testa assente,
devastato compretamente.
De quer Dio che n’aveva viste tante,
nun c’era arimasto gnente.
Er medico sur fojo certificò: senile, demente!
Er cervello ’na lampada, sfarfalla eppoi se spegne.
Te ne sei accorto de quante vorte
so’ venuto a cercatte nei buchi neri de la mente
coll’occhi nell’occhi tua, persi pe’ sempre?
Sai, me l’hai stracciato er còre
quella matina quanno t’ho fatto io la barba,
e senza un fiato hai incominciato a piagne.
Forse co’ un sarto sei aritornato in quell’istante
a quella matina, quanno ancora regazzino,
la prima barba me la facevi tu, senza un motivo.
A PEPPE
A Peppe je s’è fermato er còre
e mó chi je lo dice a la famija
a furia de salì e scenne dall’imparcature,
65 anni, 25 chili sur groppone
60 euro in nero pe’ 10 ore.
Bruciato sotto ar sole.
A Peppe je s’è fermato er còre
dopo che s’è magnato le solite ciriole
è annato su veloce come un gatto
ma er legno der pianale è mezzo rotto
un angiolo che cade facenno er botto.
Se semo messi in cerchio ma lui è arimasto
fermo, come un sacchetto voto de cemento
e noi se semo messi tutti a piagne.
A Peppe, je s’è fermato er còre.
Un antro nummero sur contatore.
***
LA MOSCA E LA FARFALLA
’Na mosca de città, appiccicata ar davanzale
cioccanno ’na farfalla svolazzà
de fiore in fiore je disse
“a bella, er zucchero fa’ male,
a furia de succhià te viè er diabete!”
La farfalla, un po’ schifata schiudenno l’ale
“a bella mia, invece de famme la morale,
pensa a te che campi più o meno come me
e l’ova le fai su le carogne in putrefazione!”
j’arispose continuanno a succhià nettare dar fiore.
La mosca nun c’ebbe er tempo d’arisponne…
’na ciavattata je diede l’estrema unzione.
LA GIORNATA MONDIALE DE LA POESIA
Pe’ la giornata mondiale de la poesia
tutti li poeti scenneno in piazza
quarcuno in quarche villa
quarcuno drento locali de fortuna.
Ognuno declama li versi sua
libberi, quartine, rime,
snocciolati freschi pell’occasione.
Ma la poesia più bella
la recita in silenzio un ceco,
che baciato dar sole su la guancia,
arzanno lo sguardo nero ar celo
immaggina l’arcobbaleno.
Marco Masciovecchio, Roma. Sotto a ‘sto celo, Delta3
Edizioni, 2025; prefazione di Davide Toffoli. Postfazione di Emanuela Sica.
Nota critica di Anna Segre.
Vive a Ciampino e si occupa di Salute e Sicurezza sul lavoro per una multinazionale. Marco è un fotoamatore, ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali e a mostre collettive. Nel 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesia: Poco più di niente (Ensemble, Roma). Alcuni dei suoi testi poetici sono presenti in raccolte e antologie. Roma, sotto a ’sto celo è la sua seconda pubblicazione in versi.