"Se poi la grazia
narrata nell'inferno / schiude al
terreno natura di pienezza / l'ispirazione alla ricerca / torna al passaggio
per la cruna / e al ritrovo dell'artiglio. / Anche se il cielo è grigio / il
giorno si concilia col sorriso." Sono questi i versi di chiusura della
poesia che Salvatore Contessini, preparato poeta romano, pone, oculatamente,
all'inizio della sua recente raccolta poetica, intitolata appunto "La
cruna" ed edita per i tipi della nota e autorevole Casa Editrice milanese
La Vita Felice. La cruna, dunque: un simbolo, una metafora di eccezionale
valore morale, storico, cattolico, direi anche filosofico, perché ci riporta
alla famosa parabola del Vangelo dove Gesù, rivolgendosi a un giovane ricco,
affermava che era più facile per un cammello entrare nella cruna di un ago, che
per un ricco entrare nel Paradiso. Questo ci riporta all'interrogativo che si
pone il prefatore del libro, Piero Marelli: attraversare la cruna di un ago è
difficile, ma non impossibile; in senso ideologico, almeno, certamente non
fisico o materiale (o forse sì?... se vogliamo prendere in considerazione le
moderne teorie quantistiche e giocare ad andare un po' più oltre con
l'immaginazione creativa…).
Sta di fatto, comunque, che la "cruna" è un
interessante e persino salutare esercizio filosofico e riflessivo, se vogliamo,
e Salvatore Contessini, direi in piena illuminazione poetica, ha centrato e
indovinato il suo dire, il suo progetto, raccogliendo i suoi versi sul tema che
si è imposto, che gli è scaturito certamente dal cuore e dalle osservazioni
interiori ed esteriori, e dando al tutto un titolo più che appropriato: la
cruna.
Entrando in merito, ma soltanto superficialmente per motivi
di spazio, giusto per offrire qualche spunto di riflessione a seguito della
piacevole lettura dei testi, verrebbe da pensare che la "cruna",
centro etimologico e del tutto simbolico utilizzato dal Contessini per
addensare e conglomerare il suo percorso in versi attorno a questo concetto,
sia in effetti un "passaggio" stretto, disagevole, sofferto,
sacrificale ma necessario, indispensabile per "passare dall'altra
parte", una volta epurate le parole e i concetti dal marasma e dalla
confusione generalizzata e alienante del vivere quotidiano, del vivere nella e
con la natura, nel pensare l'esistenza e il suo senso profondo, il suo
significato: "L'intrico di pensieri
/ a cui hai votato l'esistenza / mostra potenza del silenzio, / la straneazione
d'universo noto / che scorre fuori dal tuo mondo. / Poche parole riformano
memoria / scorgo lo squarcio che dal petto insorge." (Al Creatore,
pag. 15). Poche parole riformano memoria, afferma dunque Salvatore Contessini,
e sono quelle che hanno "attraversato" la cruna, sono quelle che, liberate
da tutte le sovrastrutture e le decadenze inquinanti, ri-fondano la dignità e
il senso dell'esistenza, Ma la "cruna" è in sostanza anche un
"crivello", un filtro vero e proprio, attraverso il quale, e per
mezzo del quale, l'Autore riesce a recuperare la bontà della sostanza
universale, in concetti, parole, fatti e umanità da redimere: "E poi c'è distacco, / riordino dei cassetti
/ con frammenti dissociati, / riapertura di quelli chiusi." (da
"Eventi", pag. 80).
È dunque questa l'idea portante della raccolta, a mio
modesto parere: il recupero della genuinità delle cose, della verità mai data
per scontata, ma vagliata e ragionata sempre, prima con il cuore e poi con
l'intelletto e con la ragione, ovemai attraverso la cruna, o tramite il
setaccio, sia possibile l'operazione salvifica, per sé e per tutti, che
restauri eventi, fatti, cose e persone, riportandoli al presente dopo il
"passaggio" e illuminandoli di nuovi significati e di più ristrette,
personali ed appropriate giustificazioni: l'obiettivo ultimo, come sempre, lì
al confine delle parole, è la ricerca di un senso a questa esistenza, a questo
tempo. La cruna, anche qui, è usata dal Contessini come lente d'ingrandimento
per osservare meglio e più da vicino i fenomeni, le persone, il mondo, la
propria anima.
Un linguaggio aperto, ricco di allusioni e di rimandi, di
paragoni, e che sovente fa uso di termini tecnici, per meglio rendere l'idea
dell'universalità di certi assunti, di certe idee che coinvolgono il poeta ma
che benissimo ogni lettore potrà fare sue. Ed è proprio ai nostri amici lettori
che lasciamo il compito di continuare, se lo vorranno, queste riflessioni sul
recente lavoro poetico di Salvatore Contessini, "La cruna",
offrendoci ulteriori graditi spunti di dialogo e commenti.
Riportiamo ora, qui di seguito, alcuni testi poetici tratti
da "La cruna", di salvatore Contessini.
Recuperi
La misteriosa sparizione,
risolta in rotolare di tarocchi,
ha comportato rovistare assiduo
nelle località diverse
di urbanità lontane,
nella memoria assottigliata
di accadimenti inusuali
in coincidenze oracolari
tradotte in coro di messaggi.
Se poi la grazia narrata nell'inferno
schiude al terreno natura di pienezza
l'ispirazione alla ricerca
torna al passaggio per la cruna
e al ritrovo dell'artiglio.
Anche se il cielo è grigio
il giorno si concilia col sorriso.
Punctum
Sono nel dove ignoto
di un deserto
intorno un orizzonte
senza emergenze verticali.
Un centro occulto di sentenza
in un silenzio vuoto di vento
che cerca padiglioni per l'ascolto.
Il tempo di stagione terminale
volge alla fine, al cambio scena
lo segna luce che si allunga
e ombra che ritira egemonia.
Percezione
Così, in uno spazio
di bianco nuvolare, segni di cielo
e geometrie molecolari,
comprendo una fessura, simmetrica di piano,
sfumata nei richiami di favore astrale
a forma di simbolo carnale
sospesa a un'ara disposta al sacrificio.
Composizione in pietra dura,
fusa dal fuoco del mantello
in cerca di camino in cui eruttare.
Per anni fissa come icona,
guardiana del riposo orizzontale,
ne scopro finalmente un senso
xompiuto nello spazio verticale
a fantasia sbrigliata priva d'illustrazione.
Campo morfico
Sul palmo della mano
come una traccia
è incisa nella forma di destino
la narrazione che si porta in dote.
L'occulto imposto ascolta la prudenza
il dubbio nutre l'aria ferma di vento
non è la legge, ma dalla legge viene.
Questo pensiero tramandato
nutre l'informazione da tradurre
lungo la linea, in fila,
si erigono unici motivi.
Se invoco l'era saturnina
potrò cambiarne contenuto
e pattuire l'alterazione del formato.
Eterica
Ti ho cercata alla finestra,
poi al terrazzo,
ma era sbagliato il giorno,
il tempo era trascorso;
non poteva curvarsi fino all'indietro.
Niente dura niente, lo so
tutto ritorna come ciclo,
anche la fine.
Poetica di un ciclo
Gli angoli portatemi via e i sentieri,
il cuore segreto della notte
che soddisfa requisiti d'irreale mira,
il volo, il vuoto, gli spazi liberi dell'aria,
l'invisibile consistenza
attraversata da bracciate a nuoto,
le narrazioni predisposte ad affrontare
quello che avviene prima
che si consumi il giorno.
Lasciate pure lo sguardo imprigionato
le mura in pietra di cristalli
l'impercettibile superamento in sensi
il punto nullo ove converge il corpo
il sonno del riposo ora che dormo.
Responso
E il cartomante, all'angolo del dubbio,
lo assimili al profeta della sabbia
o le certezze che ricerchi nel sapere
le cogli nella volta del recinto astrale?
Non sento il tuo governo, quello del fato,
né prospettive di mestiere
soltanto labbra strette e cumuli di eccessi
l'opposizione della casa di Saturno
lo spostamento d'asse cantonale.
Duole la spina che Girolamo rimuove
come lo stilo senza filo lasciato in dono.
Devozione o tradimento, dimorfico quesito,
non ne protesto assetto
solo disposto di tarocchi.
Elaborazione dati
Non sono più uno di voi
perché non lo sono mai stato,
non sono più quello che sono
perché mai riuscito.
Tutti abbiamo la cruna stretta
e il passaggio improponibile di cima;
nessuno valuta il paradosso materiale
come flusso di quantità indulgenti
e interstizi vuoti di sostanza:
si guarda al fulvo, si pensa la criniera.
Se l'esistenza pensiamo in ologramma
possono i sogni esprimere materia?
È l'interrogativo che galleggia
prima che sonno rotoli dal cosmo
e la coscienza tacitata trovi l'artiglio.
Salvatore Contessini, "La cruna", La Vita Felice
Edizioni, Milano 2018; prefazione di Piero Marelli
Salvatore Contessini, architetto e collaboratore editoriale,
è nato a Roma nel 1953. Ha pubblicato diversi libri di poesie ed ha ricevuto
importanti riconoscimenti letterari, tra i quali il "Lorenzo Montano, 28a.
edizione 2014; è inoltre risultato finalista al Premio Internazionale di Poesia
e Narrativa "percorsi Letterari dalle Cinqueterre al Golfo dei Poeti. E'
risultato vincitore del Premio Internazionale di Narrativa e Poesia Città di
Caserta nel 2015.
Ha inoltre curato, insieme con Diana Battaggia, diversi
volumi antologici, tra i quali, recentemente, "Novecento non più. Verso il
Realismo Terminale", pubblicato da La Vita Felice Edizioni di Milano nel
2016.