giovedì 29 maggio 2025

Il teatro delle voci in "Lengua de striga" di Tiziana Colusso

Davvero portentosa, non trovo definizione migliore, questa opera letteraria di Tiziana Colusso, Lengua de striga, per la sua complessità drammaturgica, ma anche per il profondo e toccante scenario di umanità, laddove per umanità intendiamo la persona interamente messa a nudo e che si mostra in tutte le sue miserie, i suoi affanni, i suoi difetti, le sue precarietà, la sua forte emotività, ma anche la sua gioia e le sue speranze: una umanità schietta, sincera e scevra da ogni schema o impalcatura imposta dal conformismo e dalla routine quotidiana della vita sociale. E si parla soprattutto di donne, donne che hanno sofferto e amato, donne vilipese, offese, violentate.
Un mondo di donne dunque, prevalentemente, protagoniste di vicende dolorose, come quella di Casa senza bambole, o quella del Precipizio, dramma teatrale basato sulla terribile vicenda delle due ragazze violentate al Circeo, ma anche figure centrali che con la loro audacia e coraggio, riescono nonostante tutte le avversità a riconquistare la loro dignità e la loro umanità.
Il luogo comune di Lengua de striga è un lungo coro di voci, un vero e proprio teatro delle voci, come bene suggerisce il sottotitolo del libro, voci di fantasmi dolenti che sussurrano, che si agitano, tentano di emergere, o meglio riemergere alla vita. Sono in fin dei conti le voci delle tante verità, dolorose e sofferenti, che ogni essere umano, in particolare le donne, tenta di esprimere, risalendo l’ardua china sociale del conformismo e dell’ipocrito perbenismo, che le vuole, ancora oggi, sottomesse e disponibili a tutto.
Tiziana Colusso, scrittrice e poetessa ben nota e apprezzata, utilizza qui la modalità del testo teatrale per raccontare le vicende delle sue protagoniste nelle nove scenografie. Ma ciò nonostante, la poesia non manca: la ritroviamo sicuramente nelle atmosfere di fondo, ma anche tra le righe della narrazione, nei personaggi e nei dialoghi, e sicuramente la filigrana poetica di cui sono nutriti i testi contribuisce ad avvalorare ulteriormente il loro contenuto, fornendo ad essi il necessario e gradevole lirismo, la morbidezza del dettato e le coloriture opportune.
La storia presa a riferimento, che sia reale o basata su romanzi o opere di altri autori recenti o del passato, fa da contraltare alla drammaturgia : è come se Tiziana riscrivesse la tragedia accaduta in chiave moderna; ma non c’è sovrapposizione: la vicenda è abilmente reinventata e riscritta, sull’eco di quella più antica. Così ad esempio in Precipizio, che ricalca la storia di Rosaria e Donatella al Circeo, così in Sparizione di Giovanna che richiama l’opera teatrale “Santa Giovanna dei Macelli di Brecht”, e così via anche nelle altre drammaturgie.
Un libro intenso, emozionante e coinvolgente, per il contenuto delle narrazioni e per la grande esperienza dell’autrice nell’utilizzare la drammaturgia per poter veicolare con maggiore efficacia le storie e le scenografie nella loro più complessa realtà e umanità.

Tiziana Colusso, Lengua de striga, Bertoni Editore, 2024

1 commento:

  1. Una vera sorpresa, sul serio, vista riaprendo la connessione alla fine di un lungo convegno. Conoscevo già l'acutezza e l'accuratezza di Giuseppe Vetromile, e tuttavia mi ha commosso che Giuseppe abbia rilevato la "filigrana poetica che nutre" le drammaturgie di LENGUA DE STRIGA. A chi mi chiede se l'ultimo libro è poesia o prosa, io rispondo sempre che la poesia non è un genere letterario ma una qualità dell'anima.
    Tiziana Colusso

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