tag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post4951312312936515734..comments2024-03-27T10:23:33.452-07:00Comments on Transiti Poetici: Guido Cupani: con uno spicciolo di Dio nelle tascheC.L.A. - Circolo Letterario Anastasianohttp://www.blogger.com/profile/09377074234521109593noreply@blogger.comBlogger25125tag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-15322266360214969962011-09-26T22:12:49.628-07:002011-09-26T22:12:49.628-07:00Mi piacerebbe sapere di chi è il post qui sopra :)...Mi piacerebbe sapere di chi è il post qui sopra :)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-49904823692716235602011-09-23T07:58:46.054-07:002011-09-23T07:58:46.054-07:00Dopo aver comprato e letto il libro di Cupani legg...Dopo aver comprato e letto il libro di Cupani leggo questo lungo dibattito. Tantissime parole per giudicare, definire...io vorrei dire solo una cosa: leggere le poesie di Cupani mi trasmette emozioni. Cos'è questo se non Poesia?! <br />Non sono una critica letteraria, non sono una poeta, non sono nessuno se non una ragazza amante della poesia e dico: Bravo Guido, Grazie! =)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-47841179195651141892011-07-12T16:08:23.672-07:002011-07-12T16:08:23.672-07:00Caro Federico, certo che mi ricordo.
Di certo non...Caro Federico, certo che mi ricordo. <br />Di certo non è necessario dire cose completamente nuove, è necessario dare però una prospettiva nuova. Oppure dire con parole diverse. Altrimenti è tempo sprecato. E chi legge s'annoia. Voglio dire che devo dire le stesse cose che hanno detto 50 anni fa, con le parole che sono state usate 50 anni fa e la stessa prospettiva, allora mi vado a leggere quel poeta di 50 anni fa, evito di spendere soldi e di incentivare il disboscamento. In più non devo preoccuparmi di riciclare per bene la carta. Ecco tutto. Ancora studiamo ed ammiriamo certi filosofi del passato e li troviamo attualissimi, ma se un sedicente filosofo di oggi non tenesse conto di tutto quello che c'è stato nel passato e mi spacciasse per pensiero nuovo quello che è già stato detto, gli direi che sta perdendo tempo. Così come, scusate l'accostamento, dico che vasco scrive le stesse canzoni da vent'anni (anche se vendono). Ci sono stati musicisti che hanno fatto la storia della musica e nessuno se li ricorda (cfr. Area)- <br />Credo, in sostanza, che si debba partire da quello che è stato fatto, magari anche evitando di demonizzare il gruppo 63, che ad ogni buon conto, ci ha mostrato i limiti del linguaggio. Partire da lì ed andare avanti.Questo è il grosso lavoro del poeta e mi sembra che sia quello che non viene fatto quasi mai oggi dagl'imbrattacarte. Il mondo va oltre Sereni, per chi non lo sapesse. E di poesia civile non ne parliamo Concordo con te Federico sulle considerazioni in merito. Pasolini è stato un poeta civile. Ma è stato uno che andava nelle borgate, che è morto nelle borgate. Adesso, che mi si dica che parlare di precariato, dei poteri e di tutto quello che quotidianamente è sotto gli occhi di tutti, se non lo si fa davvero con grande originalità (vedi ad esempio franzin, che non a caso ci ha vissuto in fabbrica), allora si è nel campo della poesiola. e così va trattata, con tutto il rispetto per il suo autore.<br />Certo il pubblico si è allontanato per tanti motivi dalla poesia, alcuni dei quali ho cercato di indagare in alcuni miei interventi passati su ali, ma vogliamo proprio escludere che la gente non si annoi a sentire sempre le stesse cose? se io, che sono davvero interessato ad andare a sentire poesia, mi rompo le palle, come posso pretendere che il pubblico possa apprezzare tutta questa noia imperante nella nostra poesia di oggi?<br />Credo che dobbiamo partire da queste considerazioni, interrogarci e superare di slancio questa maledetta impasse con le nostre forze, che tanto il sistema editoriale non muoverà un dito. Continuando bellamente a strapubblicare la merini solo perchè è morta, accanto a tutti i morti del passato. E ogni tanto mettere qualche nuovo poeta, presumibilmente già morto (almeno per coerenza di linea editoriale).<br />Simone ZaninAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-79374817182172844992011-07-12T10:02:21.828-07:002011-07-12T10:02:21.828-07:00[SECONDA PARTE] Ebbene, che c'è di nuovo, in q...[SECONDA PARTE] Ebbene, che c'è di nuovo, in questa poesia? Le <br />immagini? L'"argomento"? No, eppure è lo stesso <br />interessante, originale e bellissima. (Non me ne voglia l'Autore!) <br />Non continuo ad argomentare su questioni fin troppo ovvie.<br /><br />La poesia di Cupani offre il fianco a molte critiche <br />forse perché è troppo semplice, nel dettato e gli argomenti<br />rispetto a molta altra poesia, comunque di valore (anche se condivido<br />la desolazione denunciata da Zanin). Tuttavia anche la <br />semplicità è necessaria, se ne sente il bisogno. <br />La poesia, oggidì, come tutte le espressioni artistiche, <br />non ha alcun valore nella società, nel senso che non ha un "ruolo".<br />Anche parlare di poesia "civile" non ha, ahimé, molto senso:<br />prima di tutto presupporrebbe che possa essere letta da molte<br />persone, le quali si possano sentire comunità, o "civiltà", appunto<br />con tutto ciò che ne consegue.<br />Bè, io nel nostro tempo non vedo nulla di tutto ciò, se non in modo<br />paradossalmente frammentario e incostante, comunque riguardante pochissime<br />persone (il pubblico della poesia). Come sempre, anche trattandosi dei più <br />onesti e sinceri capolavori, è un parlarsi addosso o comunque fra pochi. <br />(piccola chiosa: due o tre anni fa, al festival del teatro antico in Sicilia,<br />venne censurata una commedia di Aristofane perché si vedevano "chiari riferimenti <br />a Berlusconi": c'è davvero bisogno di parlare di fatti d'attualità per parlare d'<br />attualità?)<br /><br />Ma se la poesia non ha un ruolo, può, per il lettore, avere una "funzione":<br />nel caso di Cupani, la funzione di rapportarsi alla realtà in maniera forse<br />forse troppo malinconica, prudente, ingenua, ma quella prudenza e ingenuità <br />dell'uomo di scienze che crede di poter misurare appunto la vita con i modi <br />della scienza, ma è destinato a fallire, essendone comunque consapevole.<br />E io trovo tutto ciò squisitamente tragico. <br /><br />Tutto questo pistolozzo, mi si potrà dire, può essere applicato anche a cattiva<br />poesia, e si potrà contestare altresì che io l'abbia fatto in malafede per<br />difendere un amico, quale Guido è. Nulla di tutto questo, Guido è grande abbastanza<br />per difendersi (da cosa, poi?) da solo, senza l'aiuto di uno sbarbatello come me! No, <br />io scrivo questo non per apologia, ma perché questa poesia mi piace, ci credo, e perché<br />capita di rado di discutere a così alti livelli. Spero di esserne stato in grado.<br /><br />Ci sarebbero anche altre questioni sulle quali vorrei dire qualcosa, (e questa foga <br />che reprimo forse avrà reso un po nebulose le mie righe) ma mi sono dilungato già troppo!<br /><br />Scusate la prolissità. Un saluto a tutti!<br /><br />Federico RossignoliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-46041397139280981612011-07-12T10:00:30.027-07:002011-07-12T10:00:30.027-07:00[PRIMA PARTE]Salve a tutti, sono Federico Rossigno...[PRIMA PARTE]Salve a tutti, sono Federico Rossignoli. Pur <br />scrivendo appena oggi, quando il dibattito<br />s'è ormai raffreddato, vorrei dare un mio<br />contributo riguardo alle poesie di Cupani.<br />E lo farò prendendo le mosse da alcune<br />stimolanti questioni sollevate da Zanin (il <br />quale forse si ricorderà di me, un paio d'anni<br />fa, al caffè letterario) a Adernò (che non <br />conoscevo e del quale ho letto splendide cose<br />in giro per la rete).<br />Prendiamo proprio "Mattutino grammaticale", versi già<br />di per se equilibrati e levigati (cosa rara, e che <br />personalmente già mi basterebbe).<br />Si dice che scriva a partire da gabbie logiche,<br />come se risolvesse un algoritmo teso a <br />dimostrare qualcosa. Credo che questa poesia,<br />innanzi tutto, non dimostri nulla, se non la<br />non dimostrabilità, cioè effettivo controllo,<br />persino delle più ovvie azioni quotidiane, <br />nonostante le si trattino con i mezzi di una<br />logica inequivocabile come quella della <br />grammatica. Con buona pace del "sapere è potere",<br />che sembra diventare "nonostante il sapere, il <br />non potere".<br /><br />L'uso di gabbie logiche può anch'esso far parte <br />di un fare poetico legittimo. Senza scomodare <br />l'effettiva moda che unisce scienza a poesia, mi<br />viene da dire che a volte la poesia, come la <br />musica, è misura, cioè muoversi all'interno di <br />confini autoimposti, un muoversi che presuppone<br />un lavoro da fabbri (o artigiani della parola, <br />per dirla con Adernò). Un lavoro che per sua natura<br />dovrebbe rendere umili e modesti, e forse è per<br />questo che a mio avviso si è creato l'equivoco<br />di vedere in Cupani un poeta impacciato. Dietro<br />questo atteggiamento mi sembra di vedere artificio.<br />nel senso di "ars". <br />Pervenire a conclusioni ovvie o inaspettate sta <br />al poeta. Io credo che Cupani rientri fra i poeti <br />che giungono a quest'ultima categoria. Inaspettati,<br />attenzione, più in "come" si dice, in luogo di<br />che cosa si dice. Diciamo la verità, c'è davvero<br />bisogno di dire "qualcosa di nuovo"? Non si hanno<br />bisogno sempre delle solite cose? L'uomo non vibra<br />forse sempre per le stesse cose? Quale valore <br />avrebbe la letteratura del passato, se non fosse <br />così?<br /><br />Prendiamo proprio una bellissma poesia di Adernò,<br />"Desiderio" <br />(http://biancamadeccia.wordpress.com/2008/12/22/desiderio-sebastiano-aderno/)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-21483921251901478112011-07-12T02:47:58.568-07:002011-07-12T02:47:58.568-07:00Nella mia ignoranza non conoscevo Cupani, tra l...Nella mia ignoranza non conoscevo Cupani, tra l'altro siamo pure nati lo stesso anno. Trovo questa poesia molto consapevole, scorrevole il giusto, contiene la giusta timidezza che si confa' a questo stile. In alcune parti dispiaciuta un po', tipo la chiusura della prima poesia, ma sono scelte personali. La musicalità a tratti manca un po' forse, alla bocca la sento un po' dura. Però la trovo una poesia originale, anche se abbiamo modi di sentire diversi.<br />Ho letto anche il dibattito e saluto Alessandro con un sorriso, condividendo molto di quanto dice.<br />Saluti a tutti e scusate l'intrusione.<br />AnilaAnila Resulihttp://www.anilaresuli.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-56254960437777223432011-07-10T04:08:38.893-07:002011-07-10T04:08:38.893-07:00E purtroppo con questo ultimo tuo post mi trovi qu...E purtroppo con questo ultimo tuo post mi trovi quasi completamente d'accordo. Per il fatto di non dirsi poeta e scrivere poesie... eheheheh....c'è un errore di definizioni in mezzo. Non tutti i testi scritti andando a capo sono poesie. Per cui si può scrivere testi andando a capo e non chiamarli poesie. Se poi accetti il fatto che certe denominazione le devono dare gli altri....ecco che il poeta è colui che gli altri chiamano poeta. Le poesie sono poesie se gli altri le chiamano poesie. Gli altri intendendo i lettori nel tempo. Per il resto non entro in merito in quanto in effetti i nostri due punti di partenza, generale e particolare, mi paiono ambedue dignitosi e forse uno non esclude l'altro. A questo punto però, se qualcuno ne ha voglia, vorrei sentire pareri di altri.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-63648210269687796862011-07-10T04:00:40.245-07:002011-07-10T04:00:40.245-07:00Non l'ho preso come un attacco personale, ho s...Non l'ho preso come un attacco personale, ho solo risposto mettendomi in in discussione in prima linea.<br />Non concordo nel parlare in generale, è un po' come deresponsabilizzare tutti in nome di una pretesa colpa del sistema. Si devono giudicare i singoli poeti. Il sistema ha falle da tutte le parti, ma non è mica obbligatorio adeguarsi. Si può anche star fuori ed essere felici lo stesso. E molto del buono di oggi è in chi è fuori dal sistema, perlomeno perchè è più libero. Peccato che stando fuori dal sistema non è così facile scovarli, perchè il sistema ha i soldi, il nome, gli strumenti.<br />E, perdonami, è un'altro modo di togliersi responsabilità non definirsi poeta e scrivere poesie. Il gioco o lo si gioca fino in fondo, oppure è troppo comodo tirarsene fuori. Quando dirò di non essere più poeta smetterò di scrivere poesie. Fino a quel momento è affare anche mio e mi metto in ballo con tutte le responsabilità che si richiedono.<br />Quanto ai festival. Hai ragione ce ne sono tanti, troppi. Due osservazioni: primo, spesso mi sembra che sia più importante l'organizzatore rispetto al festival stesso (e perciò si invita chi fa comodo, l'amico o quello che organizza quell'altro festival, così poi lui m'invita, ecc...) e secondo, raramente vedo poeti non invitati a leggere, andare a sentire gli altri quasi la poesia fosse esclusivamente un fatto privato ed egoistico di promozione di sè stessi e non un momento d'arte dal quale trarre spunti, riflessioni, critiche.<br />S.Z.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-1709120972322844452011-07-10T02:55:41.351-07:002011-07-10T02:55:41.351-07:00No non era una considerazione su di te in particol...No non era una considerazione su di te in particolare, per cortesia. Il discorso è in generale. Anche se bisogna saperlo comprendere. Io rifletto sulla generazione under 40. I nomi non mancano. Anche buoni. Ma qual è la relazione che hanno con la poesia e la società? Sopratutto cos'è la poesia oggi? Le risposte sono semplici. Oggi la poesia è una ripresa. I festival letterari non mancano. Le occasioni non mancano. Quasi tutti i paesi e quasi tutte le associazioni tipo pro loco si buttano sull'arte. La ripresa è un dato di fatto. I nomi che si propongono ci sono. Ma sono nomi autorevoli? C'è l'opera di un under 40 che regge il tempo? No. Sono tutti "in lavorazione". Sempre alle prime armi solo in quanto sono tutti ancora in fase di studio. Chi si è fermato a una forma "approvata" ma che alla lunga annoia e non dice più. Chi sta cercando altre forme. Altri moduli. Basta una letta veloce per rendersene conto. E basta guardare un pò i backstage dei vari libri per comprendere che sono sempre (o quasi) in funzione di qualche "padre" letterario ancora in vita. Perchè si è formata la "casta" e ora le nuove voci sono in funzione della casta. Ovviamente non è di tutta un'erba un fascio e il mio discorso può essere opinabile e sbagliato e non sempre è sbagliato riferirsi a un padre letterario. E non sto nemmeno parlando di te o di me o di Adernò o di Cupani o di altri. Non amo i particolarismi perchè vedo troppi comportamenti elitari che si chiudono in una falsa torre d'avorio con poca sostanza. Anche se per fortuna continuo anche ad incontrare persone che amano mettersi in discussione e lavorare sui versi. Amo i discorsi in generale, dove si possono cogliere piatti a piacere di un pranzo molto ampio. Simone insomma, tu puoi considerare te stesso come vuoi, e sta bene. Vedi, io non mi considero nemmeno poeta alla fin fine. E a quanti apprezzo e rispetto suggerisco perfino di sfuggire tale nomea. Alessandro CanzianAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-59810716069783095502011-07-10T02:02:30.862-07:002011-07-10T02:02:30.862-07:00Non è coretto dire che siamo alle prime armi, seco...Non è coretto dire che siamo alle prime armi, secondo me, altrimenti cadiamo nella tentazione di assupinarci acriticamente al giudizio dei sedicenti critici, oltre a non prenderci le nostre responsabilità dietro tale scusa. Piuttosto diciamo che molti di noi devono avere l'umiltà di mettere in discussione sè stessi e la propria poesia. Ma questo non lo devi venir dire a me, visto che mi sembra di aver sempre dimostrato (non detto, dimostrato) di continuare ad interrogarmi sulla mia poesia e sulla mia arte nel complesso (e questo discende dall'abitudine ad interrogarmi prima di tutto su me stesso come persona). Se predi i miei libri non si può certo dire che ripropongo sempre le stesse cose. Ora, posso dirti che prediligo alcuni temi ed altri no, ma credo di poter affermare senza tema di smentita, che ricerca ne ho fatta e ne sto facendo. Sconto (come altri) il mio far poesia al di fuori del canone d'oggi (e lo dico con orgoglio) e il non sopportare di leccare il culo (non ne sono neppure capace, mi sgamerebbero subito).<br />Io prendo in considerazione tutto prima di esprimermi e non lo faccio in maniera definitiva. Do una mia interpretazione di alcune cose che accadono e che sembra che nessuno se ne accorga. Ma se mai si parla, se mai si dicono le cose che a proprio parere non funzionano, allora non si va mai avanti.<br />E poi basta col buonismo, l'arte è una cosa seria, va trattata con passione e sangue, non con commentucci da bel salotto borghese.<br />Simone ZaninAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-69906947957153467022011-07-09T23:55:20.301-07:002011-07-09T23:55:20.301-07:00Si Simone su questo mi trovi d'accordo sia com...Si Simone su questo mi trovi d'accordo sia come Alessandro sia come Editore. Ma anche su questo, pur forse sbagliando, mi allargherei a una generalizzazione del male. Intendo il fatto che dopo "il" libro molti autori tendono a ricalcare la stessa forma e gli stessi contenuti. Un pò come cantanti che dopo il botto copiano la propria canzone di successo. Alla Festa di Poesia ne abbiamo sentito almeno un altro che nell'edito ha convinto ma nell'inedito, proprio in virtù della troppa somiglianza, ha un pò lasciato perplessi. Per quanto riguarda premi o altro forse mi sono espresso male. Lungi da me dire che chi ha vinto il Cetonaverde o il Viareggio (nel Cetona ce ne sono almeno due nelle edizioni passate che non sopporto) sia qualcuno, il tempo ovviamente dovrà dire, dico solo che se una critica la muove un critico di sessant'anni con chiara e dichiarata (dagli altri) fama allora d'accordo può permettersi di ignorare la storia del libro. Noi, trentenni che insomma, ci tocca un poco il fardello dell'essere "sempre alle prime armi" perchè guardate che è questo che siamo anche se nessuno lo vuole ammettere, dico solo abbiamo il dovere di prendere in considerazione tutto prima di esprimerci in maniera definitiva perchè per età non abbiamo ancora quell'esperienza e competenza necessari. Giocoforza. E chi vi sta parlando adora un autore che di premi non ne ha vinti: Benzoni (come ha tempo fa ricordato sempre in questo spazio Nabil Mada). Per quanto riguarda i quaderni Mondadori, ahhh....fosse solo quello.... Insomma alcuni se lo meritavano proprio, altri no. Ho presentato Ponso per intendersi in Valpolicella ed è un ottimo libro, certo il prodotto lascia molto a desiderare e hai ragione. Ma le motivazioni possono essere molte. Da una parte ciò che dici tu Simone, dall'altra un'esigenza di abbassare i costi (altissimi) quindi i costi finali all'acquirente. Cosa forse non deprecabile anche se non ha funzionato moltissimo. Ricordo che anche Transeuropa gioca su quel formato (anche se i prezzi non li ha abbassati).Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-5694304501043758112011-07-09T23:31:33.938-07:002011-07-09T23:31:33.938-07:00[LE RISPONDO COSI', IO SON POETA, NON CRITICO]...[LE RISPONDO COSI', IO SON POETA, NON CRITICO]<br /><br /><br />Società di combustione<br /><br />Morte. Primitivo e perenne ornamento.<br />Giustificato ritorno al corpo.<br /><br />La matassa<br />si libera dal grossolano.<br /><br />Nelle cisterne l'acqua ribolle<br />sale la febbre<br />di un nuovo colpo.<br /><br />Surriscaldamento.<br /><br />L'aria s'infrange,<br />il viaggio è travaglio,<br />solchi da percorrere<br />tenendoci ad un corrimano.<br /><br />Ci sono luoghi di scambio,<br />polveriere<br />tabelle di equivalenza<br />depositi di tempo<br />mortai<br />punti critici di eccedenza<br />dove nulla si crea - nulla si distrugge<br />e il Caos rivendica la sua partecipazione<br />nei tumori del sangue.<br /><br />Tra curve, serragli, guarnizioni<br />la forgia gronda <br />come la cagna gravida<br />di tutti i martiri dello zolfo.<br /><br />Mentre sui giornali <br />un nuovo profeta <br />giura <br />di saper addomesticare<br />l'amplesso selvaggio dell'atomo<br />nel talamo della sua mano.<br /><br /> <br /> SEBASTIANO ADERNO'Sebastiano Adernòhttps://www.blogger.com/profile/05547685614813250777noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-84589857869911594492011-07-08T13:52:54.649-07:002011-07-08T13:52:54.649-07:00Sono molto contento di aver suscitato un "ves...Sono molto contento di aver suscitato un "vespaio" poetico pubblicando la selezione di Cupani. Da tanto tempo non assistevo a simili veementi scambi di opinioni. Evidentemente la materia poetica interessa ancora, nel bene e nel male. Non intervengo a difesa di nessuno né a favore di nessuno, per rispettare, come è giusto in questo spazio, il punto di vista di ciascuno. Ma, ripeto, mi fa enorme piacere che questo mio blog sia servito, e che serva ancora, ad affermare e/o a negare alcune cose sulle poetiche proposte, sempre, beninteso, con la dovuta educazione e libertà di giudizio.<br />Posso aggiungere, a mio modestissimo parere, che una poetica (e dico poetica per intendere non una singola poesia di un autore, ma tutto o gran parte del suo lavoro nel tempo) può piacere o non piacere, è comunque il lettore, o come suol dirsi, "fruitore", che deve impegnarsi a cogliere le sfumature, i rimandi, i contenuti più o meno espliciti, le allegorie, le metafore, ecc., in un contesto poetico più o meno ampio. Una poesia "seria", al di là di ogni schema o appartenenza (classica, simbolista, new age, ermetica, eccetera eccetera...) è una poesia lavorata e sofferta, sulla quale l'autore ha continuamente operato in profondità sulla scelta dei termini giusti, magari stravolgendo tutto alla fine, per ricreare qualcosa di nuovo e di sincero.<br />Ma mi rendo conto che il discorso a questo punto si fa troppo lungo, e quindi mi fermo qui.<br />Ribadisco il benvenuto a tutte le buone critiche, sia positive che negative, che contribuiscono a tenere vivo il discorso della poesia. Poesia che, in Italia, nonostante tutto, c'è ed ha anche rosei orizzonti. E questo indipendentemente dai concorsi letterari...<br />Un caro saluto a tutti.<br />Giuseppe VetromileAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-79500633536444567992011-07-08T07:13:58.236-07:002011-07-08T07:13:58.236-07:00@EL: non ho parlato da poeta bensì da critico. Il ...@EL: non ho parlato da poeta bensì da critico. Il mio gusto è fuori. Tanto più la mia poesia. Certo prediligo alcune cose rispetto ad altre, ma se devo dare un'opinione mi esprimo a prescindere dal mio personale gusto e mi confronto con il mio metro di giudizio artistico (opinabile anch'esso, ma svincolato dal gusto). In concreto è quello che ho espresso prima: novità, rivelazione, conoscenza, emozione non fine a sè stessa, sostanza, sperimentazione, ecc... In sostanza (e parlo in generale, non riferito a Cupani): il primo uomo che paragonò la donna ad una rosa fu un genio, il secondo un cretino. e molto altro ancora.<br />@Ale: mi spiace, ma i "riscontri" del mercato e dei premi letterari lasciano il tempo che trovano. Hanno senso solo per l'editore, non più di tanto per l'autore. Sai bene che in metà delle giurie dei concorsi italici ci sono Cucchi e Riccardi (alias Mondadori, del nostro criticatissimo premier). Leggiti le note biografiche dei finalisti Cetona: metà scrivono su Nuovi Argomenti e l'altra metà sono nell'Almanacco dello Specchio. Coincidenze? Forse. Di sicuro Nuovi Argomenti non è più quello di Pasolini e Moravia. E neppure lo Specchio è più quello di una volta. Ora che Villalta presenti il suo ultimo lavoro edito nella collana dello Specchio come un ambito punto d'arrivo, quando fino a trent'anni fa è stato il punto di partenza di tanti grandi mi fa un po' sorridere. Non per il valore delle poesie di Villalta, delle quali non voglio qui discutere, ma come "specchio" del sistema editorial-poetico italiano che stupra gli autori. Ma vogliamo parlarne della veste editoriale che il più grande editore europeo (Mondadori appunto) ha riservato ai quattro giovin poeti (ponso, pellegatta, ecc...)? Vergognoso! Neppure se me le stampavo in casa io le copie le facevo così brutte: 32 pagine, cartaccia, punto metallico, copertina patinata da poco. E con lo sponsor della Montblanc. Ma quanto sono costate? venti centesimi a copia? ma mi facciano il piacere.<br />Il libro di Matteo è un buon libro, non lo nego e gliel'ho detto (ce l'ho e me lo leggo). Gli muovo solo la critica che è da 4 anni che lo sento leggere le stesse cose e gli inediti sono sulla stessa linea tematica, tecnica e metrica. Questo non cambia l'opinione che ho di lui come persona. <br />Dico solo e constato che di questo passo la poesia italiana è destinata a morire. E quasi quasi lo auspico, così può forse risorgere più libera e forte.<br />Simone ZaninAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-70556577520332325122011-07-08T02:07:47.999-07:002011-07-08T02:07:47.999-07:00Cavolo, sopra, anonimo, sempre Canzian, sempre dim...Cavolo, sopra, anonimo, sempre Canzian, sempre dimentico del nome.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-41986600382989867972011-07-08T02:07:10.163-07:002011-07-08T02:07:10.163-07:00"Perchè anche lei, Canzian, per difenderlo ha..."Perchè anche lei, Canzian, per difenderlo ha tirato su un bel polverone, e come un abile prestigiatore non ha detto nulla che riportasse ai suoi versi" <br /><br />Adernò qui non la capisco. Il momento in cui critica lo stare a "bordo piscina" di Cupani non l'ho evidentemente toccato nella mia argomentazione (lo ha anzi toccato l'autore stesso in una mail privata nella quale in effetti si trova d'accordo con lei, pur ribaltando il giudizio del bordo piscina da negativo a positivo in quanto "è così bello stare in questo bordo"...ma queste poi sono e saranno scelte dell'autore insomma). <br />Ho invece risposto alla parte <br /><br />"Il problema forse sta in questo ingenuo vizio, cioè nel dimostrare. C.V.D. COME VOLEVASI DIMOSTRARE. Il poeta solitamente si muove su una direttrice totalmente contraria alle dimostrazioni, sfugge l'oggettività, cerca immagini nuove, iperboliche" <br /><br />la quale mi pareva un pò più fertile di discussione essendo un discorso sulla "poesia" piuttosto che sul "poeta". Forse mi sarò espresso male, non importa. Avevo più intenzione di aprire domande che chiudere risposte. Sui riscontri del libro...eh eh eh... questo è compito mio a breve. <br /><br />Certo ho imparato (e considero cosa da imparare) la questione dei "riscontri" già avuti. Condivido in parte le perplessità sulla strage di Bologna ma non posso non sottolineare che il libro in questione è iper tradotto ed è giunto alla terza (terza?) edizione. Che i discorsi sul terremoto vengono da un libro Transeuropa semifinalista quest'anno al Viareggio. Non che siano delle definizioni di "assoluta qualità", ma credo siano elementi da prendere in considerazione prima di dare un giudizio positivo o negativo che sia. <br /><br />Diciamo, per essere più umili e onesti. Poi ovviamente tutto è opinabile.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-69955070922841042362011-07-08T01:33:29.343-07:002011-07-08T01:33:29.343-07:00Ero presente anche io alla serata di poesia a Pord...Ero presente anche io alla serata di poesia a Pordenone e, se posso dare la mia opinione di semplice ascoltatrice e lettrice (solo lettrice, non autrice a mia volta), ho trovato la poesia del Cupani molto commovente. Per riprendere il giudizio di Gallo, la poesia è fresca, pulita e immediata. Tocca temi quotidiani, con lo sguardo rivolto a quelle cose e quei gesti "umili" e piccoli (come gli insetti, o la preparazione della cena ) o perché no? il portiere di riserva. Personalmente apprezzo di più questo tipo di poesia, più immediata e più diretta e ben ancorata alla pesantezza della terra (per usare una dicotomia kunderiana). <br />Il giudizio sulla qualità della poesia del Cupani che avete espresso tiene conto anche della vostra propria concezione della poesia che, personalmente, trovo agli antipodi rispetto a quella del giovane autore pordenonese (n.b. ho letto da alcuni blog le poesie di Adernò e Zanin) e che, ritengo, nel vostro giudizio avete completamente ignorato.<br />Auguro successo a tutti gli autori; i gusto dei lettori, si sa, sono eterogenei e sono sicura che ogni autore troverà il suo pubblico.<br />ELAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-8721775816184395102011-07-07T14:47:02.690-07:002011-07-07T14:47:02.690-07:00Si, forse Zanin ha ragione. Cupani è stato eletto ...Si, forse Zanin ha ragione. Cupani è stato eletto a capro sulla cui soma caricare la delusione per la serata a cui anche io ho partecipato. Se io prendo l'auto, mi sobbarco del costo del trasporto carico di buoni entusiasmi e aspettative, e mi trovo a sentire leggere gente oltremodo "scazzata" (il portiere di riserva...), gente che si compiace dei suoi giochini grammaticali, persone che non si è capito bene il motivo leggono tutte poesie sulle stragi nelle stazioni, Bologna per due volte, Viareggio. A sto punto io mi chiedo: ma se uno intende fare poesia civile, non sarebbe il caso di trattare i drammi odierni? o forse si vuol far passare un'azione di revisionismo storico sotto l'etichetta di poesia civile, engagè? Non mi pare che Bologna e la sua stazione siano il nodo irrisolto della nostra Nazione..forse i 30 anni trascorsi permettono di parlarne senza troppi impicci..roba da codardi..forgiarsi di essere impegnati, senza prendere posizioni impegnative...Tornando a Cupani, posso dire che non è solo suo (del poeta) il problema di dare dimostrazioni. Perchè anche lei, Canzian, per difenderlo ha tirato su un bel polverone, e come un abile prestigiatore non ha detto nulla che riportasse ai suoi versi. Io non contesto quel tipo di poesia, io dicevo che Cupani non è bravo, è timido, impacciato. Sta al pianterreno perchè nè conosce nè domina gli strumenti della parola. E lei Canzian, nella sua risposta ha voluto darci dimostrazione che ha attraversato in tempi da Bignami le avanguardie, e che alcuni..."alcuni"...sicuramente più autorevoli di me...le hanno assicurato che è bravo...se è bravo che lo dimostri fuori dal Pordenone e dal Friuli.Sebastiano Adernòhttps://www.blogger.com/profile/05547685614813250777noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-13987484172058922322011-07-07T12:48:21.796-07:002011-07-07T12:48:21.796-07:00Mi unisco per dire la mia. Concordo abbastanza con...Mi unisco per dire la mia. Concordo abbastanza con Sebastiano quando dice "Il poeta solitamente si muove su una direttrice totalmente contraria alle dimostrazioni". Il poeta non cerca dimostrazioni. Nel senso che può muoversi su quella direttrice, ma con allusioni, stimoli, segreti da svelare, deve suggerire idee, non dimostrarle, o almeno non del tutto. A pena del deprecabile, per quanto oggi imperante, atteggiamento di colui che detiene la Verità e deve donarla al mondo. Di sicuro privilegia un metodo induttivo, piuttosto che quello deduttivo della scienza. E non deve fare il lavoro del lettore, dicendogli tutto. Deve lasciargli il gusto della scoperta.<br />La cosa che più salta all'occhio nelle poesie di Cupani è che non dice nulla di interessante. Neppure crea atmosfere, che a volte può essere una soluzione. Nulla di nuovo. Ecco tutto. Badate, giudico la poesia, non il poeta come essere umano, nè tantomeno le sue sensazioni. Ma se siamo rimasti al palo con la poesia italiana, diciamocelo francamente, è perchè non si produce quasi più nulla di nuovo e di interessante. <br />Sono stato ad entrambe le serate della festa di poesia e devo dire che mi sono annoiato parecchio. Poesia civile da salottini, temi analoghi per tanti, scavi intimistici da libro cuore. No, basta. Di questo ne è già piena la televisione. Se devo andare a sentire i poeti che dicono le stesse cose della televisione, allora me ne sto a casa, con la televisione spenta e mi leggo qualcosa di davvero buono.<br />Simone ZaninAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-58752689265277292972011-07-07T05:03:21.185-07:002011-07-07T05:03:21.185-07:00P.S. l'ultimo anonimo dal commento lunghissimo...P.S. l'ultimo anonimo dal commento lunghissimo: Alessandro Canzian, dimentico del nomeAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-66073713051655415602011-07-07T05:02:29.369-07:002011-07-07T05:02:29.369-07:00Sull'anonimo che ha fatto il commento senza da...Sull'anonimo che ha fatto il commento senza dare spiegazione non dico nulla, se non che ogni posizione, di condivisione o meno, va dimostrata, in maniera condivisibile o meno. Altrimenti non si sta dicendo nulla. Adernò, ho sentito il suo nome alla Festa di Poesia e mi fa piacere ritrovarla qui. Rispetto il suo intervento in quanto strutturato e motivato, ma non mi otrva d'accordo. Che Guido lavori all'interno di schemi matematici e gabbie logiche non è del tutto esatto, a mio avviso, ma sono certo sarà necessario avere il libro in mano prima di poter estesamente discutere di questo argomento. Che d'altro canto ci sia un'evoluzione del "Tao della fisica" o dell'ultimo "Vite pulviscolari" cucchiano direi anzi quasi un'evoluzione. In ambito friulano ricordo che Marangoni è stato un forte promotore della "logica della poesia". Che il poeta in genere poi si muova "in questa" o "in quella direzione" direi che si entra in un campo tutto opinabile. I poeti hanno sempre fatto tutto e il contrario di tutto e sono gli esiti ultimi a dirne le ragioni o meno. Certo dopo gli sperimentalismi, i gruppi negli hotel, i secondi e terzi metodi mitici, le prose in versi, le riprese della forma, le pluralità o le commistioni arabeggianti direi che appunto la tangenza "scienza"/"poesia" è da guardare con interesse. La poesia esprime il mondo, lo dice, sia il mondo il tutto o l'uno. E se riconosciamo che culturalmente e socialmente siamo in un momento in cui la scienza non risponde alle esigenze e le varie "new age" sono ormai cadute in disuso bè direi allora che se lo scienziato parla in poesia o il poeta parla con termini poetici (l'orizzonte degli eventi) sicuramente siamo a un punto fermo del "dire il mondo". Il che rischia veramente d'essere poesia. Ripeto apprezzo la posizione di Adernò, ma non la condivido. Anzi guardo con molto interesse a Guido come in fondo le varie figure che questo libro l'hanno per ora letto in anteprima.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-82238787619073469162011-07-06T23:40:39.787-07:002011-07-06T23:40:39.787-07:00Ho sentito leggere Cupani al Festival di Poesia di...Ho sentito leggere Cupani al Festival di Poesia di Pordenone la scorsa settimana. E ha letto "Mattutino grammaticale". Cescon, che lo ha introdotto ha parlato del suo mestiere, quello vero. Io mi posso permettere di emanciparmi dalle categorie del bello e del brutto. Non c'è poi bisogno di scomodare gli aggettivi per capire che Cupani crea le sue poesie a partire da schemi matematici e gabbie logiche. Che la sua maniera di procedere sulla carta sembra la risoluzione di un algoritmo. In Mattutino ci vuole dimostrare la logicità della grammatica. Il problema forse sta in questo ingenuo vizio, cioè nel dimostrare. C.V.D. COME VOLEVASI DIMOSTRARE. Il poeta solitamente si muove su una direttrice totalmente contraria alle dimostrazioni, sfugge l'oggettività, cerca immagini nuove, iperboliche. E arriva comunque a creare un immagine oggettiva, ciò leggibile a tutti. Come a dire che il poeta predilige ciò che non ha, per lui l'assenza è un vuoto da investigare. Cupani invece è attaccato al metodo scientifico, agli elementi. Si vede molto imbarazzo in queste poesie, l'imbarazzo di chi non sapendo nuotare, rimane sempre con una mano sul bordo della piscina.<br /><br />Sebastiano AdernòSebastiano Adernòhttps://www.blogger.com/profile/05547685614813250777noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-15932078104270794292011-07-06T03:11:48.342-07:002011-07-06T03:11:48.342-07:00Leggo tra le righe i numerosi Maestri di cui il po...Leggo tra le righe i numerosi Maestri di cui il poeta si è nutrito. La parola poetica tuttavia rimane pulita, fresca, immediata, scevra di qualsiasi appesantimento intertestuale. E' questo il senso della ben nota "innutrizione". Via per la quale Guido Capani si avventura agevolmente. Cari saluti. Pierino GalloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-80176205655428669282011-07-04T00:07:37.163-07:002011-07-04T00:07:37.163-07:00L'intervento di Di Spigno è come sempre molto ...L'intervento di Di Spigno è come sempre molto intelligente e arguto, pur nella sua brevità (o almeno così a me pare senza alcuna volontà di lode). E come tutte le cose intelligenti si può non essere d'accordo per differente prospettiva. Ho il piacere, e l'onore, di organizzare con Guido Cupani e con un altro ottimo poeta, molto giovane, Federico Rossignoli, nel pordenonese delle cene che noi chiamiamo "cene poetiche" (ogni tanto ne parlano anche i quotidiani locali, ne danno l'avviso insomma) nelle quali ci leggiamo e confrontiamo (molto spesso in presenza anche di mio figlio, appunto Samuele da cui la Samuele Editore). La necessità di sintetizzare alcune cose in Guido è già emersa come punto di discussione. La mia posizione l'ho detta e la ribadisco qui (può essere opinabile, per questo ho subito premesso che trovo il commento di cui sopra giustamente arguto). Questa delicatezza "bianca" di Guido, il suo stare in equilibrio tra prosa e poesia facendo di fatto prosa poetica in versi e lasciando la poesia alla sostanza della comunicazione, a mio avviso necessità di una certa prolissità. Che poi non è prolissità ma "espansione", "discorso". Penso a due estremi "scolastici" quali Pavese e il primo Ungaretti. Cupani nella forma sta nel mezzo. Per cui forse alcune parti "estese" diventano necessarie appunto alla forma, che ricordo oggigiorno è il vero punto di forza di un poeta. Essere cioè nuovo, non sperimentale, non troppo aggressivo nelle sue scelte, convincente. Come, a mio avviso, Guido. - Alessandro CanzianAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4011529044609501614.post-48488082533527622662011-07-03T00:52:04.050-07:002011-07-03T00:52:04.050-07:00Una poesia molto concettuale che chiede al lettore...Una poesia molto concettuale che chiede al lettore di immdesimarsi negli interrogativi e nelle rappresentazioni meditative del poeta. C'è qualche cosa che andrebbe sintetizzato e prosciugato, ma l'impatto col lettore, come si dice, c'è. Auguri all'autore e saluti da Stelvio Di Spigno.Anonymousnoreply@blogger.com