mercoledì 19 settembre 2012

Patrizia Cremona e i suoi "Sostantivi dell’inverno"


Un desiderio di apertura, di trovare spazi al di là della materialità quotidiana, di trovare o ritrovare sentimenti nell'"oro dello sguardo che sposta sole e cielo". Dare insomma una nuova sostanza allo scheletro della vita, che sia finalmente rivestito di autentica passione e non soltanto di "ombre" e di "nebbie" vaghe e informi. "Sostantivi dell'inverno" mi sembra titolo indovinatissimo per questa breve silloge inedita di Patrizia Cremona, salernitana, nuova rivelazione poetica che l'amico Mario Fresa ci ha sapientemente proposto, e per questo lo ringraziamo. Ci rivolgiamo ora ai nostri lettori per qualche altro gradito commento in proposito.

Sostantivi dell'inverno
(inediti)

*
Lo spazio ricama gli scontri, e la notte non esiste:
ritarda l’oro dello sguardo che sposta sole e cielo;
questa mia pelle, vedi, provoca pioggia
e disattenzione.

*
Sembra che piova e te lo immagini soltanto.
Così, se lo ricordi, il pensiero
del cielo si trasforma nel povero
inventario delle attese:
«qualcuno ci ha lasciato; neanche tu,
nemmeno io, ci siamo accorti mai di nulla…»
[…]
Le mani, perciò, si perdono
nella confusa
convenzione del mondo.
Qual è la vera forma di questa nebbia calda
che si ripete e poi scompare,
proprio adesso, davanti agli occhi tramortiti?

*
Le notizie degli ultimi istanti hanno ceduto,
rovinano nell’orma dei solenni
passi lunari.
La fiamma è ricaduta sul volto
di questa notte obliqua, e insieme sotterriamo
le segrete, le severe parole
dell’inverno.

*
E appunto nelle rose dell’aria tu mi perdi:
e nella lama dei nomi abbandonati
poi mi ritrovi.

*
L’ombra ci appare interminabile: qui, dietro di noi,
già lentamente vive l’idea finale di salutarci, di concludere l’attesa:
già si consuma nell’aria, e ci profila il suono opaco
delle gore invelenite, la povera promessa dei temporali
che sono così vicini, ascolta,
al nostro corpo.

*
La notte riempie la mia beatitudine e sono
imprigionata qui, senza rimedio.

Patrizia Cremona è nata a Salerno nel 1976. Ha pubblicato "La distanza dell’aria" (litografia di M. Vecchio, Edizioni d’arte L’Arca Felice, 2011).





1 commento:

  1. Leggendo queste poesie è stato come ascoltare
    le quattro stagioni di Vivaldi,una emozione forte.
    Brava Patrizia, complimenti.Hai un dono.
    Dove posso procurarmi "La distanza dell'aria"?
    Saluti
    Vincenzo Giordano

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